Arriva dalla Colombia il “Super Vincitore Buono da scattare 2017- 2018”: è Lucas Arteaga, che con l’opera “Desbordando alegria” ha conquistato la V edizione del concorso fotografico Buono da scattare. L’autore proviene dalla regione del Nariño, dove la cultura e l’uso dell’olio d’oliva sono embrionali e privi di radici storiche; la sua foto è risultata vincitrice tra circa duecento partecipanti, in quanto simbolo di come questo alimento sia riuscito a diffondersi in tutto il mondo, anche oltre Oceano. Portando allegria, o meglio detto, “strabordando allegria” (titolo in italiano dell’opera vincitrice).
La cerimonia di premiazione si è svolta venerdì 18 maggio 2018, alle ore 16.30, nella prestigiosa e monumentale Sala Protomoteca del Campidoglio di Roma, alla presenza di un nutrito e partecipe pubblico. L’iniziativa, nata e organizzata da Sabrina Lembo, Presidente dell’Associazione Culturale Un lembo di… e titolare dell’azienda olearia Lembo, promuove la cultura dell’olio attraverso le sensazioni dell’immagine fotografica. Le opere sono state valutate da un sistema di giuria, composto da critici e professionisti in ambito fotografico ) e dalla giuria degli studenti, composta dagli allievi del Colegio “Logos” de Madrid, dal Liceo Scientifico “E. Fermi” di Gaeta, dall’Istituto Pertini di Campobasso e dal Colegio “Labor” de Vigo.
«Il messaggio che vorrei arrivasse ad ognuno di voi in sala – ha dichiarato Sabrina Lembo, motore indiscusso di “Buono da scattare” – è l’importanza di credere ancora nel valore autentico della cultura e di soffermarci sul valore del lavoro, che non si traduce tanto nel fatturato e nel profitto di un’azienda o di un qualsiasi ente, ma nel produrre qualcosa di buono, nel collaborare e operare insieme con onestà. E’ questo il maggiore obiettivo di Buono da scattare e di chi, come me, lavora per la promozione della cultura dell’olio, anche oltre Oceano: essere convinti che siamo ancora in grado di creare qualcosa di bello e di onesto, grazie alla cooperazione di tanti, soprattutto dei più giovani – e cita uno ad uno i suoi collaboratori presenti in sala, tutti giovanissimi e un po’ imbarazzati che, come dice la stessa Lembo, “troppo spesso restano dietro le quinte.”