Grom: storia di gelati, passione e amicizia

Questa  è la storia di Guido Martinetti e Federico Grom. Un manager e un enologo. Due ragazzi che volevano fare il gelato più buono del mondo. Tutto è cominciato nel 2002, quando il fondatore di Slowfood, Carlo Petrini, disse: “il gelato in Italia non lo fa nessuno più come una volta”. Dopo meno di un anno i due amici, con un investimento di 32000 euro a testa, inaugurano la prima gelateria Grom: un negozietto di 25 mq nel centro di Torino.

Il successo è arrivato subito, perché soltanto in quella piccola gelateria si potevano apprezzare i sapori della frutta e degli ingredienti a km0. Il gusto di un gelato buono e  pulito. In linea con la filosofia di Slowfood. Nel 2005, Federico e Guido investono in un laboratorio fuori Torino, dove arrivano tutte le materie prime selezionate nei viaggi in Italia e nel mondo. È qui che avveniva la miscelazione degli ingredienti. Ma  per migliorare la qualità dei prodotti, nel 2007 i fondatori della Grom decidono di acquistare anche un terreno nel Roero, e fondano l’azienda agricola Mura Mura. E in quello stesso anno aprono la prima gelateria all’estero, a New York. La piccola gelateria diventa in pochi anni il simbolo del gelato di qualità non solo in Italia. La Grom infatti arriverà a contare 67 negozi in tutto il mondo. Con un fatturato di circa 30 milioni di euro e 650 collaboratori.

Ma Grom riesce ad essere soprattutto il punto di riferimento di una generazione. E così nel 2012 Federico e Guido  decidono di raccontare la loro esperienza nel libro “Grom. Storia di un’amicizia, qualche gelato e molti fiori“. Intanto non mancano le polemiche. Nel 2015 arriva la diffida della Condacons: “Il gelato di Grom non è artigianale perché non è prodotto in loco e quindi non può considerarsi fresco”. La dicitura  “gelato artigianale” viene abbandonata.

Eppure la Grom non si arrende: nasce il  progetto Grom Loves World. Tutta la plastica viene sostituita con il MaterBi, e la carta viene certificata dal più importante ente internazionale per la gestione responsabile delle foreste e delle popolazioni che vi vivono. Nello stesso anno Unilever, colosso anglo-olandese da oltre 48 miliardi di fatturato e 172 mila dipendenti, compra l’azienda italiana. Per Federico e Guido l’acquisizione era necessaria per consentire al prodotto di piazza Paelocapa di raggiungere definitivamente tutto il mondo.I due fondatori sono rimasti nel board della società, con autonomia di gestione.