Le maestre, almeno quelle di vecchia generazione, erano solite far imparare a memoria “La madre del partigiano” di Gianni Rodari, in vista della Festa della Liberazione italiana che, come oggi, ricorre ogni 25 aprile. Da piccoli, tra le tante poesie ripetute a memoria, anche inconsciamente, sicuramente questa è fra quelle e, a distanza di anni, ne comprendiamo il senso e la magnanimità. Ne riproponiamo i versi:
“Sulla neve bianca bianca
c’è una macchia color vermiglio;
è il sangue, il sangue di mio figlio,
morto per la libertà.
Quando il sole la neve scioglie
un fiore rosso vedi spuntare:
o tu che passi, non lo strappare,
è il fiore della libertà.
Quando scesero i partigiani
a liberare le nostre case,
sui monti azzurri mio figlio rimase
a far la guardia alla libertà“.