Lo smog potrebbe essere la causa di molti casi di demenza. Lo ha rivelato uno studio condotto a Londra e pubblicato su ‘Bmj Open‘, che ha riscontrato un’associazione tra la malattia neurodegenerativa e l’esposizione ad anidride carbonica e alle polveri sottili (Pm 2,5). La ricerca, firmata dai medici dell’University of London, dell’Imperial College e del King’s College di Londra, si è basata sui dati anonimi dei pazienti presenti nel Clinical Practice Research Datalink, che archivia le informazioni raccolte dai medici di medicina generale.
I ricercatori si sono concentrati su 131 mila pazienti tra 50 e 79 anni, che non avevano avuto una diagnosi di demenza, seguiti da 75 medici. Tutti sono stati seguiti per una media di 7 anni. Ebbene, all’1,7% è stata diagnosticata una demenza, nel 39% dei casi Alzheimer. Le diagnosi sono state collegate a livelli di inquinamento nell’ambiente in cui vivevano: chi abitava nelle zone più inquinate, aveva il 40% in più di rischio di diagnosi di demenza rispetto a chi viveva nelle zone più salubri.
Negli ultimi anni diversi studi hanno evidenziato la possibilità che l’inquinamento faccia male al cervello; solo di recente un lavoro condotto in Cina e pubblicato sulla rivista PNAS ha mostrato l’effetto deleterio dello smog sulle funzioni cognitive (ragionamento, memoria etc), specie per gli anziani. E ancora, uno studio pubblicato all’inizio di quest’anno sulla rivista Translational Psychiatry e condotto presso l’Università di San Francisco in California che ha coinvolto un campione di sole donne (3600 donne anziane, tutte sane all’inizio dello studio) ha evidenziato che essere esposti a smog e in particolare a certe particelle inquinanti potrebbe raddoppiare il rischio di Alzheimer, la forma più comune di demenza.
Studi sono in corso per capire in che modo lo smog minacci la mente: alcune ricerche hanno già suggerito la possibilità che alcune particelle inquinanti riescano a penetrare nel cervello.