Autismo e terapie col metodo Aba. Che cosa è il rinforzo?

numeri e lettere Eliana Cermele

Nel trattamento dei disturbi dello spettro autistico uno dei metodi più accreditati è il metodo ABA, Applied Behavioral Analysis, ossia l’analisi applicata del comportamento. Lo definiamo metodo in termini divulgativi, anche se a livello scientifico parlare di “metodo” o “tecnica” è per molti riduttivo. Più volte su queste pagine abbiamo parlato di ABA e oggi entriamo un po’ più nel merito insieme ad una terapista che tutti i giorni lo utilizza, la psicologa Eliana Cermele che opera al centro Hanami di Ripalimosani.

Dottoressa Cermele, sappiamo che quando si parla di terapia dell’autismo e soprattutto di approccio ABA uno dei termini più ricorrenti è “rinforzo”. Di che cosa si tratta?

Secondo i principi dell’analisi del comportamento quando noi eseguiamo una determinata azione è perché quando abbiamo fatto lo stesso in passato, abbiamo fatto esperienza di una conseguenza positiva, successiva al comportamento stesso. Ed è proprio il vissuto di quest’ultima che poi ci spingerà a riprodurre la medesima condotta anche in momenti futuri.

Un esempio. Quando noi emettiamo il comportamento di “lavorare” è perché lo stesso comportamento in passato è stato seguito da una serie di conseguenze che per noi sono state piacevoli: il compenso economico, la gratificazione da parte di colleghi o clienti, l’approvazione del capo, il premio produzione, ecc.. Oppure, quando il mio comportamento è “fare un regalo ad un’amica”, le conseguenze positive che avrò sperimentato in passato saranno state: il ringraziamento da parte dell’amica, la soddisfazione di aver donato qualcosa di desiderato o di utile e anche le attenzioni che la nostra amica ci ricambierà. Se, viceversa, a queste nostre azioni non seguirà nessuna delle conseguenze citate ad esempio, il nostro comportamento potrebbe scemare o cessare del tutto e molto probabilmente lasceremo quel lavoro o non riserveremo più tali cortesie per la nostra amica.

L’insieme di tutte queste conseguenze positive che sperimentiamo in analisi del comportamento noi le definiamo “rinforzo”.

Come funziona il meccanismo terapeutico, se così possiamo chiamarlo?

Il rinforzo alimenta il motore dei nostri comportamenti, la spinta ad emetterli e a riprodurli con frequenza, alimenta ciò che in termini psicologici chiamiamo “motivazione”.

Quando un bambino emette il comportamento di “svolgere il compito che mi ha dato la maestra” è perché in passato quando lo ha fatto ha ricevuto le sue gratificazioni: un bel voto, la lode della maestra, la stima dei compagni, il bacio della mamma quando è tornato a casa e magari anche la promessa futura di un bel giocattolo.

Parlando dei nostri bambini con autismo, tutto ciò potrebbe non risultare sufficiente, almeno non in una fase iniziale, potrebbe non rappresentare la spinta giusta per far sì che possano fare quello che stiamo loro chiedendo (comportamento). Che si tratti di un saluto, di mettere a posto un gioco o di sedersi.

Il bambino potrebbe fare fatica a capire perché fare quella determinata cosa. E le motivazioni che sono riconosciute come valide per la maggior parte di noi potrebbero non esserlo per lui. Per cui dobbiamo trovare degli strumenti più adatti che possano alimentare la sua spinta a fare.

Le conseguenze che questi bambini trovano maggiormente gratificanti, e che ci aiutano quindi a far sì che emettano un comportamento, devono essere tangibili, concrete ed immediate.

Gli interventi basati sui principi dell’analisi applicata al comportamento (ABA), utilizzano proprio rinforzi con queste caratteristiche, che seguono ovviamente i gusti e le preferenze dei bambini.

Quali sono gli strumenti che meglio si addicono al mondo dei bambini, nel quale voi operate quotidianamente?

Nel mondo dei bambini le preferenze per eccellenza fanno parte del mondo del gioco.

Per cui gli strumenti che l’ABA utilizza maggiormente sono i giochi di tipo tangibile, che appartengono alle varie classi sensoriali, e cioè che stimolano uno o più dei nostri 5 sensi, ma anche gioco di movimento e di contatto con l’altro, tutti accompagnati costantemente dalla lode dell’adulto, che poi diventerà man mano essa stessa un rinforzo di tipo sociale.

Questi elementi, altamente graditi al bambino, associati come conseguenza all’emissione di alcuni comportamenti ci aiutano a fare in modo che il bambino sia motivato anche in futuro a emettere ancora quella condotta, a fare quello che gli stiamo chiedendo. E’ importante che queste conseguenze piacevoli seguano immediatamente il comportamento emesso e non siano ritardate nel tempo o la promessa di un qualcosa che arriverà in futuro. In tal caso potrebbero non risultare utili per gli obiettivi che ci siamo prefissati.

Tutti questi materiali utilizzati e tutte le attività ludiche proposte nell’ambito delle terapie basate sui principi dell’analisi del comportamento rendono il momento dell’insegnamento molto piacevole per il bambino. L’ambiente ricco di stimoli e il clima di divertimento che si crea pongono le basi per un apprendimento efficace.

Ma qual è il fine ultimo dell’approccio ABA? Quale l’obiettivo nel lungo periodo?

Lo scopo dell’ABA è certo far sì che con il tempo l’utilizzo di questi rinforzi concreti venga man mano sfumato e che anche un rinforzo sociale, e cioè una semplice lode, possa risultare altrettanto motivante e soddisfacente per il bambino.

Ovviamente anche noi operatori, in tempo di COVID-19, abbiamo dovuto rimodulare l’utilizzo di alcuni rinforzi per motivi di sicurezza e limitare il gioco fisico di vicinanza. Non è stato semplice per i bambini che hanno alcune preferenze spiccate accettare queste limitazioni, come non lo è stato per noi diminuire il contatto fisico.

Dobbiamo essere, inoltre, molto attenti a non scambiare i giochi tra i vari ambienti e mantenere comunque una corretta disinfezione di tutto ciò che viene utilizzato in terapia.

Come in tutti i momenti di difficoltà abbiamo però provato a cercare rinforzi alternativi o semplicemente modi diversi di utilizzare quelli vecchi e i bambini, di contro, si sono man mano abituati a fare qualche rinuncia e a sperimentare cose alternative.

Come spesso accade sono sempre loro i più bravi ad adattarsi meglio anche nelle situazioni più difficili.