Didattica a distanza. Il dramma senza fine degli alunni con disabilità

"Le traduzioni nella lingua dei segni non sono disponibili. Devo accontentarmi di leggere il labiale. Non ho diritto anche io, come gli altri, a continuare a studiare?"

Torniamo a parlare di didattica a distanza. Torniamo ad affrontare il problema degli alunni con disabilità, non per essere ripetitivi, ma perchè, come giornale, abbiamo sempre messo in luce i problemi delle fasce più deboli. Qualche giorno fa, abbiamo sentito telefonicamente un’assistente alla comunicazione che lavora in Molise, la quale ci ha spiegato dettagliatamente tutte le difficoltà che i ragazzi possono incontrare in questo momento in cui le lezioni si svolgono solo in modalità e-learning. Michele Buscio, nostro lettore e promotore di numerose campagne per l’integrazione e l’inclusione delle persone con disabilità, aveva sollevato il problema pubblicamente scrivendo una lettera alla Ministra dell’Instruzione On. Lucia Azzolina.

Come possiamo appurare anche da altri organi di informazione nazionali, il problema è generale e soprattutto, con il dilagare dell’epidemia e le scuole chiuse a data da destinarsi, durerà ancora per molto. In rete storia Noemi, studentessa diciassettenne sorda, si racconta, parla di lei e di come è difficile seguire le lezioni online:

“[…] ogni mattina mi alzo con il pensiero delle lezioni online, un peso enorme per me poiché hanno sospeso il servizio di assistenza alla comunicazione; ogni giorno devo stare dietro a uno schermo a sforzarmi di leggere il labiale dei professori […] Com’è possibile che dobbiamo muoverci noi e che dobbiamo sudare per avere solo i nostri diritti? La maggior parte delle volte riesco a ricevere la traduzione scritta e completa di questi audio grazie ai miei compagni che fanno di tutto per rendermi partecipe e grazie alla mia insegnante di sostegno. […] Sono tanti gli ostacoli imposti a noi sordi… volete sapere un altro problema che stiamo affrontando? La mancanza di accessibilità anche in merito alle comunicazioni date dalle autorità sulla situazione del Coronavirus senza l’interprete della Lingua dei Segni Italiana (LIS) e senza l’inserimento dei sottotitoli“.

Il dramma di Noemi non è a se stante, ma è un disagio vissuto da tutti i ragazzi con disabilità. Noemi, così come tanti altri studenti, si trova a vivere momenti di assoluta tristezza, momenti di sconforto, momenti nei quali si fa carico di tanti problemi che non dovrebbero spettare al singolo alunno. L’assistete alla comunicazione che è una figura di fondamentale importanza, purtroppo, non essendo riconosciuta dal MIUR come figura professionale, non ha accesso alla didattica a distanza e, di conseguenza, Noemi si ritrova spaesata e con gravi difficoltà nel portare a termine le lezioni giornaliere. Senza una tradizione con la LIS (Lingua Italiana dei segni) è impossibile stare al passo con le spiegazioni.

Il diritto allo studio in egual misura per ogni individuo è un principio della Costituzione Italiana, ma se la questione è messa su questi termini, è realmente così?