Cara mamma,
in attesa che la procedura abbia inizio voglio farti comprendere l’importanza di questo mio gesto, anche se probabilmente non sarà facile perdonarmi. Troppo difficile da accettare il veder andare via un pezzo di te, della tua storia; la rabbia nei confronti di un paese che mi ha voltato le spalle ti offusca la mente, fai una gran confusione e non riesci a darti pace, pur sapendo che da oggi la mia sofferenza finirà. Ricordo tutte le cose che mi hai insegnato o oggi sono io che provo a insegnarti il significato di essere liberi, fino alla fine.
Attraverso questo mio gesto, estremo, voglio dare speranza e coraggio a chi come me si trova in questa condizione. Vedi, mamma, la vita di un uomo è fatta di scelte: si o no, dentro o fuori… Poi ci sono le scelte che contano: amare o odiare, essere eroe o codardo, combattere o arrendersi. Non sempre queste dipendono da noi: so bene che il mio è un salto nel vuoto, come quello che tutti i temerari hanno compiuto; forse verrò dimenticato perché in fin dei conti non ho inventato uno smartphone e neanche insultato qualcuno in televisione… Probabilmente verrò ricordato come lo stupido che avrebbe voluto cambiare il mondo, schiacciando un semplice pulsante…
Oppure la fine della mia vita riuscirà a scuotere qualcosa. Ci credo fortemente: sarà così. Forse perché sono ottimista, forse perché attraverso la mia cecità riesco a vedere i colori della vita, dell’amore, della paura che man mano mi sta assalendo, della lotta, del coraggio e della speranza nei confronti di un paese che non sento più mio.
Spero che la mia morte serva a far riflettere i politici italiani, vorrei che tutti potessero compiere ogni scelta con il cuore e capire l’importanza di essere liberi non solo nel pensiero, ma anche nell’alzarsi la mattina, nel camminare sulle proprie gambe, nel dire “ti amo” guardando negli occhi e anche nel morire.
Ecco, cara mamma, l’eredità che vi vorrei lasciare: non smettete mai di lottare per ciò che credete, battetevi per i miei e per i vostri diritti, conservate la libertà come il bene più prezioso che possiate avere. Amate la vostra vita sempre, ogni giorno, perché in un secondo può volar via. Solo così io potrò essere ricordato e vivere in voi.
Ciao mamma! Ora sono libero, libero da un destino che non mi appartiene più. E tu sei libera di lasciarmi andare senza rimorso alcuno. Lotta sempre per la libertà, io ti darò la forza.
Tuo Fabiano
Lunedì, 27 febbraio 2017, ore 11.00
(scritta da Francesco Di Cillo)