Il ’68 cinquant’anni dopo: a Riccia un convegno sulla musica di quegli anni

“Il Sessantotto è diventato un simbolo, e nei simboli ci si culla, indipendentemente dal loro contenuto. A seconda di come li si guarda, quegli anni possono sembrare preistoria, oppure l’altro ieri. Rimane la sensazione, vaga ma forte, che qualcosa di importante sia successo”. Una frase, questa di Anna Bravo, che riassume con efficacia il pensiero di tanti sul 1968. A distanza di cinquant’anni, e nonostante si sia ormai detto tutto il positivo o tutto il negativo su quel periodo, resta indubbio che l’ondata creativa, politica e antiautoritaria che si sprigionò prevalentemente dagli studenti, ma interessò anche altre categorie sociali, modificò sostanzialmente i costumi della società italiana dell’epoca e gli effetti si perpetuano ancora oggi. Tra le tante “rivoluzioni” che il sessantotto generò, vi fu quella relativa alla musica.

Di questo aspetto si parlerà a Riccia, sabato 1° Settembre, alle ore 17.00 nel convegno “La libertà non è star sopra un albero. La canzone d’autore in Italia dagli anni Sessanta ai Settanta”. Una musica che presto divenne “ribelle”, impegnata e per niente nazional-popolare. Contro questo genere di musica infatti, contro l’ingessatura conservatrice dei virtuosismi vocali e dei “papaveri e papere”, si levarono compatti le nuove leve di cantanti, musicisti e gruppi musicali e si scagliò con un inusitato e drammatico gesto il cantautore Luigi Tenco, che si tolse la vita a Sanremo, durante la partecipazione al Festival del 1967. Degli ultimi giorni di Tenco parlerà per l’appunto lo scrittore Pierpaolo Giannubilo, preceduto da una sintesi storica del periodo introdotta dal professore Michele Palmieri. Spetterà invece a Gian Mario Fazzini, scrittore ed editore campobassano, il compito di addentrarsi nel cuore musicale del Sessantotto e del composito mondo nascente della canzone d’autore. “Gioia e rivoluzione. Percorsi tra musiche e parole negli anni Settanta”, è il titolo dell’intervento del musicista e critico musicale Donato Zoppo, che prende a prestito una citazione degli Area, noto gruppo di rock progressivo italiano, per esplorare il panorama musicale italiano degli anni Settanta con la sua voglia di sperimentazione e di impegno.

locandinaA Roberto Romanelli, leader della “IvanGarageBand”, un gruppo attivo da vent’anni che porta in giro per l’Italia le canzoni di Ivan Graziani, è assegnato il tema relativo allo scomparso cantautore teramano suo beniamino, con la relazione “Il grande mondo di Ivan tra chitarre e racconti di provincia”. Graziani, del quale si festeggiano quest’anno i quaranta dall’uscita dell’album più famoso “Pigro”, è certamente il meno politico dei cantautori italiani del periodo, ma i suoi esordi nella musica d’autore sono da collocare proprio in quegli anni, tra il 1967 e il 1969, e molti dei temi a lui cari riversati nelle canzoni sono frutto di una intensa osservazione sulle caratteristiche della provincia italiana in bilico tra modernità e convenzioni sociali. Le conclusioni dei lavori  sono affidate al musicologo Matteo Patavino, mentre l’incontro sarà moderato da Antonio Santoriello, consigliere delegato alla cultura, che ne è stato l’ideatore.

La manifestazione, organizzata dal Comune e dalla Pro Loco di Riccia, si svolgerà nella sala convegni dell’Ex Convento dei Cappuccini in Piazza Umberto I e alle ore 21.30 ci sarà in piazza l’esibizione della Cover band IvanGarageBand”.