Si chiama Appy Family e il nome non è un errore. E’ un gruppo che riguarda famiglie attive, unite per affrontare insieme difficoltà comuni con l’aiuto degli esperti e della tecnologia. Le attività infatti passano attraverso il gruppo Wathsapp, utile da subito ma particolarmente strategico dall’avvio della quarantena.
Tutto è nato ad Isernia da un progetto di prevenzione del disagio familiare e dell’isolamento sociale partito a gennaio e capitanato da NuovAssistenza Onlus in collaborazione con il Comune. Tre le azioni principali: uno sportello informativo e di orientamento per le famiglie presso l’ATS, una sede di riferimento presso la cooperativa e una piattaforma chiusa online per lo scambio continuo tra i partecipanti.
L’iniziativa riconosce il valore della famiglia e ne promuove la crescita attraverso il dialogo e soprattutto l’ascolto. Al centro di ogni sforzo ci sono i ragazzi o i bambini con disabilità fisiche o mentali. Ci sono le loro famiglie. Ci sono gli esperti della cooperativa presenti dal mattino alla sera. Ma ci sono soprattutto gli sforzi comuni verso una sempre più completa autonomia gestionale.
Appy Family dura 6 mesi e in poco tempo ha raccolto l’entusiasmo degli operatori coinvolti e soprattutto quello delle famiglie, che stanno spendendo passione ed energie in un percorso grazie al quale già si raccolgono i benefici. Il motivo di tanta collaborazione sta nell’approccio adottato: non c’è separazione tra assistenti e assistiti, tra chi sa e chi non sa. C’è un gruppo leader, un team di persone coinvolte che lavorano insieme per il bene dei ragazzi. Un gruppo misto attivo che attraverso un continuo confronto, libero e diretto, guidato dagli esperti di NuovAssistenza, progetta e realizza.
La comunicazione, con l’ingresso del Coronavirus nella vita di tutti, ha assunto anche carattere di conforto e di sostegno reciproci. Un’arma efficace e benefica in più da utilizzare: “Ricordate che siamo un gruppo e che non siamo sole”, scrive ad esempio Raffaella, una delle mamme.
Ciascuno, insomma, mette del suo. Non è facile ma è il modo migliore per fare in modo che bisogni, competenze, esperienze ed affetti si incrocino e, come in una sorta di puzzle automatico, si compongano in maniera armonica. Un’armonia che nasce dalla sensibilità di ciascuno ed esplode nei risultati.
La stessa armonia che il video sulle attività quotidiane dei ragazzi, realizzato dalle stesse famiglie, esprime perfettamente.