World Turtle Day, il quiz di Legambiente per salvare le tartarughe marine

In occasione della ventesima edizione del World Turtle dayGiornata mondiale delle tartarughe, attraverso il progetto COMMON e la campagna Tartalove, Legambiente ha presentato i risultati del TartaQuiz lanciato nei giorni scorsi sui social network. Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di coinvolgere e incuriosire gli utenti sull’impatto che hanno i rifiuti marini su uno degli abitanti più comuni del Mediterraneo: la tartaruga marina Caretta caretta.

Il quiz, rimasto online per 20 giorni, ha raccolto oltre 1000 risposte provenienti da 11 Paesi: dalla Tunisia all’Irlanda, dalla Mauritania alla Francia. I dati rilevati dicono che è diffusa la conoscenza delle abitudini e dello stato di salute delle Caretta caretta, ma si fa ancora fatica a percepire la portata dell’emergenza rifiuti marini e a comprendere quanto i nostri comportamenti siano fondamentali per arginare il fenomeno.

“L’aumento delle presenze nei nostri mari di Caretta caretta, la tartaruga marina più comune nelle acque italiane, – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – è sicuramente una cosa positiva ma ci esorta anche ad essere sempre più responsabili. Secondo recenti studi dell’Ispra, su 458 tartarughe vive e 948 morte, il 63% presentava plastica ingerita e quasi il 58% degli esemplari vivi aveva plastica nelle feci. Ecco perché c’è bisogno di iniziative come la Direttiva europea sulla plastica monouso o la legge Salvamare per pulire i nostri mari grazie anche all’aiuto prezioso dei pescatori” . E ha poi aggiunto: “In questa giornata dedicata alle tartarughe desidero invitare i cittadini a seguire il mio esempio e ad adottare simbolicamente una tartaruga marina attraverso la Campagna Tartalove, permettendo a Legambiente di continuare a svolgere ancora lungo la sua opera meritoria a favore della conservazione di questi splendidi animali”.

I dati rilevati.

Oltre il 34% dei partecipanti italiani crede che l’inquinamento del Mar Mediterraneo non sia paragonabile alle cosiddette ‘isole di plastica’ dell’Oceano Pacifico. In realtà, sebbene il Mare Nostrum rappresenti soltanto lo 0,8% della superficie marina mondiale, la presenza dei rifiuti marini lo rende una tra le sei aree più inquinate al mondo, con zone particolarmente in pericolo caratterizzate da fortissime densità di plastica galleggiante. Inoltre, il 24.7% degli utenti italiani pensa che la maggior parte dei rifiuti marini galleggi sulla superficie dell’acqua, che invece rappresentano solo lo 0,5% della totalità: oltre il 70% dei rifiuti che raggiungono il mare si deposita sui fondali, resta invisibile agli occhi umani ma espone tutte le specie marine a enormi rischi per la salute.

Il 24% dei partecipanti sottovaluta la possibilità che i rifiuti raggiungano il mare se abbandonati per strada o gettati nel wc, mentre l’11% sostiene che una corretta raccolta differenziata non impedisca ai rifiuti di arrivare a largo. In realtà, le nostre case e l’ambiente che ci circonda sono più vicini al mare di quanto crediamo, tanto che la cattiva gestione dei rifiuti urbani, anche da parte delle amministrazioni locali, resta la prima causa identificata della presenza di rifiuti marini.

Tutti d’accordo sul rifiuto più presente nei nostri mari, la plastica, domanda a cui ha risposto correttamente oltre l’80% degli utenti italiani e sulla conoscenza della distribuzione, delle abitudini, e dei pericoli a cui sono esposte le tartarughe marine. La specie Caretta caretta è conosciuta come la specie più comune del Mediterraneo dall’80% degli intervistati, l’87% sa che la deposizione delle uova avviene in spiaggia e il 90% che la specie è in pericolo. Oltre il 60% degli italiani riconosce che i rifiuti presenti nei mari rischiano di essere confusi con il cibo e possono intrappolare le tartarughe Caretta caretta. Infine, traffico nautico, catture accidentali e ingestione di plastica sono identificati come le cause di morte principali per la specie marina da un buon 77%.

“Sentiamo oggi il dovere di ricordare quanto il fenomeno del marine litter sia dannoso per gli ecosistemi marini e quanto sia necessaria una forte campagna di sensibilizzazione sull’inquinamento marino – ha dichiarato  il Presidente di Legambiente Stefano Ciafani, – I risultati emersi dal TartaQuiz, un piccolo ma significativo esperimento social, ne sono la riprova. Legambiente e i suoi volontari sono impegnati attivamente nella salvaguardia delle tartarughe marine sul fronte nazionale, con la Campagna Tartalove che ogni anno permette di salvare e curare centinaia di esemplari feriti e proteggere numerosi nidi dalla deposizione delle uova all’entrata in acqua dei piccoli, e sul fronte internazionale con il progetto COMMON col quale si persegue un modello di gestione integrata dei rifiuti marini nel Mediterraneo”.