Allevamenti animali da pelliccia, anche la Norvegia dice no

Entro il 2025 il governo norvegese chiuderà tutti gli allevamenti di animali da pelliccia, con un piano graduale di smantellamento. Un svolta importante. La Norvegia, insieme agli altri paesi scandinavi, infatti, è stata per molto tempo considerata il simbolo degli animali da pelliccia, detenendo il primato mondiale di pelli di volpe. Attualmente secondo le stime del settore sono attivi 340 allevamenti, in cui ogni anno vengono allevati per essere uccisi 700 mila visoni e 100 mila volpi.

L’organizzazione per i diritti degli animali, Essere Animali, ha affermato che i tempi sono cambiati e la pelliccia in Europa non è più uno status symbol. Allevare animali porta sempre meno guadagni. La conferma è arrivata anche dall’esperto di finanza Sveinung Fjose, che ha commentato la notizia dicendo: “Non è un settore molto lucrativo. La chiusura degli allevamenti non danneggerà molto l’economia”. Le campagne degli animalisti hanno avuto nel corso degli ultimi anni numerose adesioni. Attualmente sono 967 i grandi marchi che hanno scelto il Fur Free retailers.

La Norvegia non è da sola in questa scelta epocale, lo hanno già fatto Olanda, Austria, Regno Unito, Croazia, Serbia, Slovenia, Macedonia, Repubblica Ceca e Bosnia. In Germania stanno chiudendo gli ultimi allevamenti, mentre la Svizzera ha reso impossibile aprirli, la Spagna aprirne di nuovi, la Svezia e la Danimarca hanno chiuso quelli di volpi. In Belgio il 21 luglio 2018 è stato approvato un Decreto per porre fine all’allevamento di animali destinati alla produzione di pellicce.

Già dal 2014 questo tipo di attività zootecnica è vietata nelle regioni della Vallonia e di Bruxelles. Gli ultimi allevamenti dovranno chiudere entro il 2023 e sarà vietata anche l’alimentazione forzata o gavage: una pratica utilizzata per la produzione di foie gras.

“L’Europa sta finalmente prendendo una decisione giusta, relegando alla storia una pratica estremamente crudele per gli animali”, ha dichiarato Essere Animali. E visto che il nostro continente domina il mondo della moda, secondo l’associazione animalista questo percorso porterà quanto prima alla fine delle pellicce in tutto il globo.

Per quanto riguarda l’Italia, la Lav (Lega anti vivisezione) ha individuato circa 20 allevamenti attivi, con una produzione stimata di 160.000 visoni. La situazione peggiora nei paesi extracomunitari come la Cina, dove non esiste neppure una minima regolamentazione a tutela degli animali.