Esposizione al piombo, la lunga battaglia dell’Oms

L’avvelenamento da piombo è una condizione clinica prevedibile. Eppure i dati dell’Oms (Organizzazione mondiale delle sanità) non sono incoraggianti. Solo nel 2017 l’esposizione al piombo, contenuto soprattutto nelle vernici, ha provocato 1,06 milioni di morti. E sono i bambini i soggetti più a rischio, perché le piccole particelle di piombo entrano più facilmente nell’organismo attraverso l’inalazione o l’ingestione. Dai polmoni o dal tratto intestinale, il piombo si propaga al circolo sanguigno e a qualunque organo del corpo.

Secondo l’Oms è fondamentale  eliminare le vernici dal mercato e promuovere leggi che blocchino la produzione, l’importazione, l’esportazione, la distribuzione, la vendita e l’uso di prodotti ricoperti con queste sostanze. Seguendo le direttive sottoscritte dai governi in occasione del vertice dello sviluppo sostenibile del 2002 e le proposte avanzate nel 2011 dalla Global Alliance to Eliminate Lead Paint (Lead Paint Alliance) .In particolare l’Alleanza ha ribadito durante la Settimana internazionale di prevenzione contro l’avvelenamento da piombo (20-26 ottobre) che vuole raggiungere  alcuni importanti obiettivi:

la riduzione sostanziale, entro il 2030,  del numero di decessi e malattie da sostanze chimiche pericolose, dall’inquinamento e dalla contaminazione di aria, acqua e suolo; entro il 2020, il raggiungimento di una gestione ecologicamente corretta delle sostanze chimiche e di tutti i rifiuti durante il loro ciclo di vita, riducendone significativamente il rilascio nell’aria, nell’acqua e nel suolo al fine di minimizzare i loro impatti negativi sulla salute umana e sull’ambiente. Attualmente però soltanto 72 governi su 194 Stati Membri dell’Oms hanno adottato un piano normativo contro la presenza di piombo nelle vernici e in altri prodotti.