Ogni bene materiale, prima di essere gettato via, dovrebbe essere accuratamente valutato e sottoposto ad una domanda d’obbligo: può essermi ancora utile in qualche modo?
Oggi la cultura del risparmio, del riuso e del riciclo è diventata necessaria, sia per il bene del nostro pianeta, sia per una questione economica. Un oggetto, prima di diventare un rifiuto, dovrebbe essere valutato e sottoposto ad una domanda d’obbligo: “posso ancora utilizzarlo?“.
Molti oggetti di uso comune, infatti, si prestano a nuove funzioni e scopi anche dopo essere stati utilizzati più volte. Per esempio le vecchie magliette di cotone, gli asciugamani e le lenzuola non più utilizzabili, possono diventare stracci e attrezzi utili nelle pulizie domestiche.
Cosa significa riutilizzare un bene?
Riutilizzare un bene implica un’azione immediata. Significa ripristinare la funzione dell’oggetto per evitare che diventi immondizia. Ad esempio: bevo l’acqua in una bottiglia di plastica e anziché gettarla trovo il modo per utilizzarla ancora. Magari qualcosa di completamente diverso dalla funzione per la quale è nata. Una bottiglia di plastica può diventare un vaso per far crescere delle piccole erbe aromatiche, può essere trasformata in un portaoggetti multifunzione utile per salvare uno spazio, si può trasformare in un oggetto decorativo per il giardino o per la casa, oppure in un portapenne.
Il riciclo, invece, riguarda materiali da buttare via, tenendo presente che il materiale dell’oggetto verrà trasformato per produrre qualcosa di nuovo, analogo o diverso a ciò che era originariamente. È importante dare una seconda vita agli oggetti che utilizziamo nel quotidiano; pensiamo che in tutto il mondo vengono gettate 22.000 bottiglie al secondo.
I tempi necessari alla natura per smaltire una bottiglia di plastica vanno dai 100 ai 1000 anni circa, quindi pensare bene prima di gettare un materiale di plastica è necessario. Il provvedimento che ha avuto il merito di introdurre in Italia, per la prima volta, il tema della gestione sostenibile dei rifiuti è stato il Decreto Ronchi nel 1997 che ci fa capire l’importanza del vivere con zero sprechi. Importante, all’interno del Decreto e come abbiamo già visto, è il riuso che può essere considerato uno stile di vita, un atteggiamento mentale e culturale che prende forma nella vita quotidiana attraverso piccoli gesti, così come il riciclo: per far si che esso funzioni, ha bisogno che il sistema della raccolta differenziata dei rifiuti sia condiviso ed efficiente. L’elemento fondamentale di questa azione è solo il cittadino, facendo attenzione a differenziare i rifiuti, il giusto conferimento negli appositi raccoglitori, è un’azione di grande aiuto per il nostro pianeta.
L’obiettivo è ridurre il volume finale dei rifiuti destinato alle discariche e il risparmio delle materie prime e dell’energia, perché oltre che di materia, si intende soprattutto il recupero di energia a partire dai rifiuti. Buona parte dei materiali di scarto non riutilizzabili o riciclabili possono essere trasformati in energia termica o elettrica attraverso impianti di termovalorizzazione.
Per poter attuare al meglio queste attività è davvero necessario modificare il nostro stile di vita e promuovere la riduzione dei rifiuti attraverso comportamenti virtuosi da parte di ciascuno di noi; anche utilizzare le borse di tela al posto degli shopper in plastica tradizionale, acquistare verdura e frutta sfusa, evitare i prodotti usa e getta, scegliere detersivi e detergenti distribuiti alla spina, o le ricariche per riutilizzare lo stesso contenitore, perché sicuramente ne gioverà l’ambiente e anche chi lo popola.