Il Covid-19 ci ha costretti a rimanere chiusi in casa e per necessità o per diletto si cucina di più. E tra i prodotti alimentari che utilizziamo c’è l’olio. Ma come viene smaltito? La maggior parte finisce nel lavandino o nello scarico del bagno, quindi nel sistema fognario. Con degli effetti negativi sull’ambiente. L’olio esausto, infatti, è altamente inquinante. Per aiutarci nella corretto smaltimento di questo prodotto, il consorzio senza scopo di lucro RenOils ha stilato un vero e proprio vademecum.
- Non gettare l’olio nel lavandino o nello scarico del bagno perché finisce nel sistema fognario delle città perché altera la corretta depurazione delle acque e l’efficienza dei depuratori, con conseguente aumento dei costi di gestione e di manutenzione degli impianti. La depurazione delle acque inquinate richiede costi quantificabili in 1,10 euro al kg ed è a carico dei cittadini.
- Inserire l’olio esausto in un contenitore ad hoc da tenere in casa finché non è pieno – consigliamo di usare un contenitore di plastica spessa e con un collo largo per facilitare il travaso da padelle e pentole (ad esempio le bottiglie dei succhi di frutta o il contenitore del detersivo liquido per la lavatrice).
- Una volta pieno, il contenitore scelto va portato all’isola ecologica più vicina a casa oppure l’olio esausto va buttato in appositi raccoglitori presenti nei Comuni di residenza.
- Rende sterile il terreno su cui viene versato, altrimenti la terra diventa impermeabile e non permette al sistema radicale delle piante di assorbire le sostanze nutritive necessarie a vivere.
- Se viene versato in acque superficiali, l’olio esausto forma un’estesa pellicola impermeabile impedendo alla flora e alla fauna acquatica lo scambio di ossigeno acqua-aria causandone la morte.
- Può compromettere la potabilità delle acque.
“In questo difficile momento storico – ha detto Ennio Fano, Presidente di RenOils – molti italiani riscoprono l’arte della buona cucina, quella tradizionale, una passione che ci ha contraddistinto da sempre. Questa è una risposta meravigliosa ai tempi bui che stiamo attraversando ma facciamolo con un occhio attento alla natura e all’ambiente”.
Ha poi aggiunto: “Abbiamo tutti una bella responsabilità, considerando che il 56% dell’olio esausto è imputabile al consumo domestico. L’apporto di oli e grassi nelle acque reflue urbane sarebbe, secondo uno studio condotto con Cnr e Irsa, pari a circa 20 grammi per abitante al giorno. Su scala nazionale si potrebbe perciò stimare un apporto complessivo di oli e grassi presenti nei reflui urbani pari a circa 1.200 tonnellate al giorno, cioè 438.000 tonnellate/anno. Alla luce di questi numeri, spero ancor di più che il nostro vademecum sia utile affinché l’olio esausto venga smaltito in modo corretto e che diventi un’abitudine di tutti”.