Spiagge, regna l’incertezza in Molise. Dietrofront in Abruzzo

Un’illusione durata poco quella di Gianni, balneatore di San Salvo Marina (CH), che come gli altri suoi colleghi abruzzesi contava di poter iniziare gli interventi di manutenzione allo stabilimento. L’ordinanza che lo autorizzava, o così sembrava, era della giunta regionale e recava la data di lunedì 13. Ma ieri con un ulteriore atto di giunta il provvedimento è stato oggetto di modifica e di interpretazione. In particolare si specifica che l’autorizzazione si ottiene previo parere della Prefettura: quella di Chieti si era già espressa in termini negativi. In breve: se ne parla dopo il 4 maggio.

Una delusione che ha buttato giù il morale di una categoria che contava su questi 20 giorni di recuperare i due mesi persi, di fare almeno la pulizia di base. “Infondo – ci spiegano al telefono – Saremmo andati da soli al lido, non avremmo incontrato nessuno perché è tutto chiuso e allo stato grezzo: impossibile creare contatti con altre persone. Non capiamo la ratio di tutto questo“.

Nel frattempo si ipotizzano strumenti e metodi anti-Covid per approcciarsi alle spiagge in sicurezza e si analizzano costi e rischi per chi deve aprire un’attività molto complicato da gestire quest’anno. Cosi come Gianni a San Salvo anche Pietro D’Andrea, titolare da 20 anni del lido La vela di Termoli e presidente del sindacato Base Balneare, vede la situazione non molto rosea.

Lasciamo stare i famosi box trasparenti in plexiglass – esordisce sorridendo – Le persone dovrebbero venire al mare per prendere il sole e rilassarsi, non per per essere cremate. Inoltre non credo sia possibile garantire in spiaggia distanziamento sociale: la spiaggia è assembramento per definizione, ma ci si potrebbe lavorare, nei limiti del possibile, cercando alternative per aumentare la distanza tra un ombrellone e l’altro“.

Anche lui considera reale un’apertura dei lido, ma in maniera assolutamente particolare: “Qualora la stagione balneare partisse dovremmo dire addio agli happy hour, a tutte le feste in spiaggia e a tutta quella spensieratezza che accompagna le vacanze estive al mare – aggiunge – Ma ogni ipotesi resta vana se non riceviamo indicazioni dalle istituzioni. Personalmente ho fatto richiesta scritta alla Regione Molise per capire come muovermi e se posso iniziare la manutenzione dello stabilimento, ma c’è stato il rimando alla Prefettura“.

Quello che più preoccupa gli operatori della spiaggia è l’assenza di qualsiasi indicazione. “Tutti noi amiamo il nostro lavoro – conclude Pietro D’Andrea – Siamo affezionati alla nostra clientela e siamo pronti ad affrontare questa stagione che sappiamo bene che non sarà normale, ma almeno dobbiamo capire per tempo come comportarci. Perché il 4 maggio è vicino e se avessimo qualche dritta  potremmo utilizzare questo tempo morto per organizzare il lavoro“.

Intanto questa mattina ad Agorà, il programma su Rai Tre, il titolare della ditta modenese che produce i tanto discussi box ha dichiarato di aver ricevuto prenotazioni per 600 pezzi. Se fosse così significherebbe che qualcuno sta pensando di investire in un tipo di ospitalità di nicchia assolutamente alternativa, che ci sarebbero persone disposte a chiudersi in un cubo pur di stare sulla spiaggia. Chi lo sa…

Oppure arriveranno altri progetti strani e completamente inediti. Magari nasceranno nuovi modi di vivere la spiaggia, perché no? Alla creatività non c’è limite e questa quarantena potrebbe essere l’occasione per scatenare la fantasia e fondare nuovi stili di vita.