Amore e nostalgia. Il Molise di Castellitto su Vanity Fair

Arturo, mio padre, nato a Campobasso, alla fine della guerra emigrò semplicemente a Roma con i suoi quattro figli e la moglie. Per un puro caso, o per paura dell’oceano, non se ne andò in America come molti molisani in quegli anni. Io, figlio del miracolo economico, sono nato diversi anni dopo, ma da sempre ricordo i racconti di Arturo e dei miei fratelli sugli anni trascorsi in Molise.

Così oggi Sergio Castellitto su Vanity Fair parla della sua regione d’origine, della sua famiglia, dei suoi periodi trascorsi in quei luoghi. Lo fa con cuore e con orgoglio: non capita spesso. Neanche Molisani nati in questa terra lo hanno fatto così, con amore, con umiltà, la caratteristica fondamentale dei veri grandi.

Castellitto, invece, descrive gli anni dell’infanzia come i migliori, trascorsi in una terra che lui definisce di bellezze sorprendenti. Racconta delle fantastiche storie tipiche di quella età e di una spensieratezza favorita da un ambiente semplice, pulito, ancora oggi. Nell’insieme dei piacevoli ricordi si muovono cose e persone: i suoi genitori, i percorsi dei giochi, il mare, le montagne… E poi c’è Agostino, incontrato sul set del film girato in Molise, Non ti muovere, con Penelope Cruz. Suo inseparabile compagno di vita Agostino è un gatto. Oggi ha 17 anni ed è un amico fedele e puntuale nelle giornate capitoline del regista.

Agostino parla poco come i molisani – chiosa il Maestro – e quando morirà io piangerò di nostalgia.