In un mondo pronto a introdurre nel mercato, ogni giorno, qualcosa di nuovo che renderà il passato obsoleto, tendiamo perennemente alla miglior riuscita, ricerchiamo incessantemente il nuovo. Non ci si accontenta mai. Il denaro è l’elemento fondamentale.
Latouche, professore di Scienze economiche, sostiene che le cose materiali sono costruite per non durare, l’obsolescenza programmata è il motore del consumismo che produce beni non durevoli, al fine di continuare a produrre. Sono sicuramente troppo giovane per ricordare i CCCP dal vivo quando cantavano “Produci, consuma, crepa. Sbattiti, fatti, crepa. Sbattiti, fatti, crepa. Sbattiti, fatti, crepa“, ma esprimevano perfettamente la tipica società dell’usa e getta, quella nella quale viviamo in questo momento, quella della mia generazione. Siamo così ossessionati dall’idea di accumulare ricchezze che qualsiasi altro interesse della vita viene subordinato alla voglia di guadagnare ogni giorno di più. Persino la famiglia, gli amici e l’amore smettono di essere importanti.
E l’amore? Anche questo si compra?
“Can’t buy me love, love, (non puoi comprarmi l’amore, l’amore), cantavano i Baetles. E probabilmente è proprio così.
Siamo schiavi del sistema che ci fa vivere nella mera illusione di poterlo padroneggiare. Instabili lavorativamente e di conseguenza anche emotivamente, viviamo nella perenne incertezza. Anche nell’amore è cosi: si privilegia il vediamo come va, si sceglie ottimisticamente il rischio calcolato, il desiderio di non incatenarsi e rimanere bloccati in un mondo in continua evoluzione. Sembra che ci sia solo fragilità e assenza di fiducia. Quando siamo privi di una base materiale, immediatamente precipitiamo verso la precarietà sentimentale e emotiva. I soldi e il pensiero costante di produrre rendono i rapporti umani impuri, come farebbero con qualsiasi altro sentimento.
Così è stata prediletta la leggerezza al sentimento vero. Si, i beni materiali offuscano i veri sentimenti. L’essere umano, per natura, ha la continua necessità di innamorarsi, di ricercare nuovi stimoli, di andare incontro a nuove interazioni. La brama di potere, l’attaccamento morboso ai beni materiali e l’assoluta voglia di possedere tutto, producono demoralizzazione, perdita del sé e una fatiscente omologazione di massa, portandoci all’inettitudine e alla chiusura del nostro cuore.