L’auditorium del Palazzo Gil ha ospitato oggi pomeriggio la presentazione dell’ultimo, entusiasmante romanzo della scrittrice Valentina Farinaccio, Non è al momento raggiungibile. Sul palco, a dialogare con lei, Donatella di Pietrantonio.
Con la sua voce unica, Valentina Farinaccio ha costruito una commedia bella e dolente, che fa ridere, piangere, pensare, che vede protagonista Vittoria e il mondo in cui tutti, chi più chi meno, viviamo: quello virtuale.
Non è al momento raggiungibile non è un romanzo autobiografico eppure dentro c’è tutta Valentina Farinaccio. C’è la sua ironia dolce, che guarda alle fragilità, ai cambiamenti, propri e altrui e mai da una posizione di superiorità.
Campobassana di origine, romana di adozione, per Valentina tornare a casa è un’arma a doppio taglio: c’è sicuramente l’affetto e il senso di protezione ma, nella propria terra, la possibilità di inciampare è più difficile da gestire.
Scrivere un romanzo non è divertente, è una fatica enorme, un viaggio dell’eroe con tappe molto dolorose, in cui si attraversano tanti ostacoli e tante difficoltà, ha detto la scrittrice che considera Non è al momento raggiungibile un romanzo emotivamente importante, in cui ha messo tutto quello che aveva urgenza di raccontare.
Contrasti e contrapposizioni sono le colonne portanti del libro. La più significativa è tra il luogo di origine e il luogo in cui si sceglie di vivere, la provincia e la grande città.
Roma è meravigliosa e crudele per chi arriva da una piccola realtà come la nostra. E Campobasso è diventata una sorta di unità di misura: qui una cosa la faccio in un’ora, a Roma in una settimana.
Non è al momento raggiungibile è un romanzo talmente intenso che mentre leggi una certa pagina emerge una frase e devi fermarti a riflettere per assorbirla fino in fondo.
C’è spazio per il dolore.
Ho sempre cercato la cura ma mai la guarigione. Si possono confondere ma sono due cose completamente diverse. Continuare a cercare la cura significa indugiare nel dolore. Una volta raggiunta la guarigione invece non si hanno più scuse.
C’è spazio per la dipendenza.
Dal cibo, dal telefono, da certe relazioni tossiche che la fanno stare male ma a cui lei non può sottrarsi, dai social. Tutti pubblichiamo almeno una foto a settimana, stiamo attenti a chi mette like, controlliamo chi guarda le nostre storie su Instagram.
C’è spazio per la debolezza.
Il mondo in cui viviamo oggi va veloce e dobbiamo cercare di muoverci in questa velocità, consapevoli che domani sarà tutto diverso. Per sopravvivere non ci resta che fidarci delle nostre reali passioni, e quando si crolla bisogna andare a cercare una cosa da cui ripartire. Delle cose che ci fanno stare ben dobbiamo ricordarci quando tocchiamo il fondo.
C’è spazio per l’amicizia.
L’amicizia talvolta diventa un delicato, commovente esercizio di disonestà. Soprattutto con le amicizie che ti porti dietro nonostante le vite vadano in direzioni opposte si pecca di disonestà perché si continua a mantenere quel rapporto per il bene che ci si vuole.
Quella di Valentina è una piccola, inconsapevole impresa digitale, che ha come scopo quello di capire come si diventa un influencer con migliaia di follower. La Farinaccio riesce a dire tutto con estrema sintesi e semplicità ed è questo che la rende geniale.