Mutui: l’attuale situazione in Italia

In un periodo d’inflazione come quello che stiamo vivendo, tra rialzi dei tassi e focus sul potere di acquisto delle famiglie si parla sempre più di mutui. Come sottolineato da una recente indagine di settore i cui risultati sono stati divulgati sulle pagine di Repubblica, lungo lo stivale la situazione dei mutui cambia sotto diversi punti di vista. Il mutuo, che può essere richiesto dai cittadini italiani o comunitari, maggiorenni e con residenza o domicilio fiscale in Italia, è mediamente più alto in Regioni come il Trentino Alto Adige e la Lombardia.

In questo momento di dinamicità del mercato immobiliare, tantissime persone, anche sull’onda degli incentivi riservati agli under 36, si stanno adoperando per richiederne uno. Informarsi sui requisiti legali è fondamentale. Lo è altrettanto sapere quali documenti presentare. Non tutti, per esempio, conoscono il certificato contestuale.

Di cosa si tratta? Di un documento della durata di sei mesi che attesta in maniera cumulativa informazioni come lo stato civile, lo stato di famiglia, la residenza e il domicilio fiscale. Per approfondire ulteriormente si può dare un’occhiata alla guida dedicata al certificato contestuale sul sito ufficiale dell’agenzia Dove.

Un aspetto di grande rilevanza per capire qualcosa di più sul mondo dei mutui è la loro durata che, generalmente, può andare dai 5 ai 40 anni. In linea di massima, difficilmente si parla di piani di ammortamento di durata superiore ai 30 anni. L’indagine sopra menzionata fotografa un Paese dove le durate medie più basse dei mutui sono pari a 20,9 e 21,2 anni e riguardano Regioni come la Basilicata e la Calabria.

I finanziamenti più a lunga scadenza vengono invece chiesti dai mutuatari della Valle d’Aosta, con piani di ammortamento che, in media, sono caratterizzati da una durata di 25 anni.

Ricordiamo che la scelta iniziale riguardante la durata del mutuo può essere modificata dal titolare del contratto. Ciò è possibile grazie alla procedura di rinegoziazione. Termine che indica il cambio delle condizioni di contratto con la banca con la quale era stato inizialmente sottoscritto, la rinegoziazione non richiede l’intervento di un notaio e può essere conclusa tramite una scrittura privata.

Concessa dagli istituti di credito per evitare di perdere il mutuatario, è diversa dalla surroga. L’istituto appena ricordato, infatti, prevede il cambio di banca. Nel caso della rinegoziazione, oltre alla durata – aumentandola, si riduce l’entità economica della rata mensile – si possono modificare aspetti come la tipologia di tasso e lo spread del mutuo. Per richiederla, è sufficiente inviare apposita richiesta alla banca tramite raccomandata A/R o PEC.