Aspem, una rivincita che profuma di terra e di olio

Da vittime di violenza di genere a produttrici di olio evo, il progetto a lieto fine delle cooperative Kairos e Be Free

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bee2Si può affermare, senza ombra di dubbio, che loro ce l’hanno fatta, che hanno voltato pagina, che sono riuscite a cambiare la rotta di una strada che sembrava segnata. Grazie alla terra, ai secolari ulivi e soprattutto grazie alla voglia di ricominciare, di credere in sé stesse, grazie alla forza di guardare oltre la loro sofferenza sono diventate storie a lieto fine, protagoniste di progetti da imitare, esempi da seguire.

Oggi le chiamano buone pratiche. Loro sono lo specchio della “terra delle donne“, cresciute sotto la rigogliosa chioma verde del progetto Aspem (Agricoltura sciale per la promozione dell’Empowerment di donne e famiglie monoparentali con minori), nato dalla stretta collaborazione tra la cooperativa sociale Kairos di Termoli e la cooperativa sociale Be Free (che gestisce i centri antiviolenza di Campobasso, Isernia e Termoli e la casa rifugio del capoluogo) e che ha permesso di racchiudere in una bottiglia di pregiato olio extravergine d’oliva un lungo e meticoloso lavoro.

bee1Un lavoro portato avanti da un’équipe di professionisti su donne vittime di violenza di genere. Donne che subivano gli effetti di un amore malato, che non si volevano più bene, che hanno dovuto imparare a lottare per se stesse e per i propri figli. Donne che oggi sono uscite dall’incubo in cui erano finite prendendosi cura di vecchi ulivi dimenticati. Piante forti, che come loro hanno conosciuto l’abbandono, ma che hanno avuto una seconda possibilità per tornare a vivere, a germogliare, a produrre.

Un cerchio virtuoso, una mano accanto ad un’altra fino ad avere l’ok per un finanziamento regionale per progetti di innovazione sociale (POR FESR/FSE Molise 2014/2020 azione 7.3.1) divenuto una realtà fatta di lavoro e riscatto, di impegno e di passione, di futuro e di sorrisi ritrovati. Un’esperienza in positivo che è stata al centro del convegno sul modello di promozione dell’empowerment di donne vittime di violenza attraverso l’agricoltura sociale, convegno che si è svolto venerdì nella sala della Costituzione di via Milano a Campobasso. Un’occasione per fare il punto sulla riuscita del percorso, sulla possibilità che si possa continuare ad operare nello stesso settore e per altre donne in difficoltà.

Negli interventi dei relatori, tra cui il professor Tarozzi dell’Unimol e gli psicologi Nicola Malorni e Desirée Mancinone, è emerso tutto l’entusiasmo, ma anche tutto l’orgoglio per essere riusciti a far nascere e a far crescere un progetto che non è come tanti altri, che non si concentra solo sui numeri: qui in ballo c’è molto altro. C’è la fragilità, ma c’è anche la forza di donne che hanno reagito, c’è il loro passato ma soprattutto c’è il loro futuro, c’è la speranza di guardare al domani, c’è la responsabilità di iniziare a disegnare un domani anche per i loro ragazzi.

bee3Oggi tutto questo è una solida realtà che profuma di terra, di un’antica sapienza legata alle piante di ulivi e alle nostre più belle tradizioni. E non importa se la produzione non è stata elevatissima, ciò che conta è essere riusciti a far superare a quelle donne il trauma subito. Un gioco di squadra, un meraviglioso coinvolgimento di professionalità che ha portato a riempire quelle bottiglie che ora sono in vendita per poter raggiungere ancora altri preziosi obiettivi. In quell’oro verde scorre il coraggio di chi è sceso in campo, conta, come ha detto l’avvocato Filomena Fusco (in foto a sinistra) “che quelle donne hanno potuto riprendere in mano la loro vita”.

L’empowerment – al centro dell’intervento di Giuseppina Frate (in foto a destra) responsabile dei centri antiviolenza Be Free in Molise – ha trasformato quelle donne fragili in donne consapevoli delle loro capacità e potenzialità, in donne coscienti delle propri risorse, bisognose di supporto, ma anche in grado di dare molto. Un monito che spinge tante vittime di violenza a non nascondersi, a non subire soprusi, a credere che un’altra vita è possibile, a sperare in un domani che profuma di speranza. E di olio.