Una Giuliana De Sio da pianti e brividi che ieri al Teatro Savoia di Campobasso ha presentato al suo pubblico uno dei suoi cavalli di battaglia teatrali in due atti: Notturno di donna con ospiti, dell’autore scomparso Annibale Ruccello; regia di Enrico Maria Lamanna.
Applausi calorosissimi e commozione per un’opera fortemente drammatica, ora dai toni comici, ora dai toni struggenti e violenti, dalla struttura teatrale complessa e poco comune.
Anni 70-80: Adriana Imparato, moderna Medea, è interpretata dall’istrionica e fulgente Giuliana De Sio, ingenua ed infelice casalinga incinta del terzo figlio. Lei vive nella periferia di un sobborgo napoletano insieme al marito Michele (Mimmo Esposito), metronotte rozzo e burbero. Lei è una donna dalla psiche labile e la sua vita, apparentemente normale, scorre lenta e monotona (lo si evince anche dalle frasi che la protagonista ripete ossessivamente). Adriana è sola, sfruttata e annoiata, non ha contatti col mondo esterno e finisce per diventare un’ombra, alienandosi.
In una notte di luglio, mentre Michele è al lavoro per il turno di notte, Adriana si addormenta stanca davanti al televisore. Incubi, luci, voci nella sua testa, quando in casa piomba un’ospite inaspettata: una donna spaventata, urlando e piangendo, chiede rifugio ad Adriana in seguito ad un’aggressione subita in strada.
Dopo averla accolta in casa sua, Adriana riconosce nella vittima la sua vecchia compagna di scuola Rosanna (Rosaria De Cicco), femmina impudente e beffarda che inizia a prendersi gioco di Adriana puntando alle sue fragilità interiori.
Arriva, poi, Arturo (Andrea De Venuti), marito di Rosanna che lei tradisce in continuazione e che inizia a corteggiare senza scrupolo alcuno la sciatta casalinga. Presto Adriana si trova ad affrontare una situazione a dir poco paradossale, mista tra la forzata comicità che la donna vuole mantenere e l’efferata cinicità data dai personaggi che la circondano e dalla realtà/immaginazione stessa, un subbuglio di emozioni devastanti . La faccenda si complica sempre più quando ai due ospiti si aggiungono Michele e Sandro (Luigi Iacuzio), primo amore di Adriana e avanzo di galera.
Tutto a poco a poco si trasforma, attraverso flashback e canzonette ad alto volume, nella testa di Adriana scatta un meccanismo letale, lei si sente messa sotto accusa di continuo e viene additata come sciocca, poveraccia e cafona. La donna violentata mentalmente e fisicamente, attraverso la presenza degli ospiti, riesce a guardare oggettivamente la sua insulsa esistenza, esaminando la sua infanzia trascorsa con un padre sottomesso e una madre falsamente pudica, scorbutica e opprimente (Gino Curcione nei panni di entrambi i genitori).
Adriana impazzisce, butta tutto all’aria, come se quel gesto servisse a distruggere la sua vita amara e assente. Questa, presa dall’esasperazione più assoluta e completamente ebbra, con indosso un vestito da sposa e in mano un coltello da cucina ammazza i due figli. Una scena folle, tragica, ma al tempo stesso triste, sommessa e mista di velato candore.
All’alba, quando Michele torna a casa, non gli resta altro da fare che avvolgersi nel suo terrore e nel suo inspiegabile dolore.