Avvicinare i bambini sin dai primi anni alle sonorità della lingua. E’ su questa base che si appoggia il progetto At Home Everywhere (AHE), ossia l’inserimento della lingua straniera già al nido, attivato dalla cooperativa Sirio negli asili nido e nella scuola dell’infanzia comunale di Termoli. Un progetto altamente innovativo perché non si tratta di un percorso di apprendimento della lingua, non un corso di inglese, ma di un vero e proprio investimento culturale all’interno del quale l’idioma è strumento. Un approccio che coinvolge l’intera comunità, attraverso i servizi educativi.
Una scelta che parte dalle naturali capacità di acquisizione della lingua da parte dei bambini e che mira ad incentivare lo sviluppo a 360° del bambino, il quale ne trarrà vantaggi anche a livello cognitivo e sociale.Il metodo è operare sia tramite gli stimoli forniti dalle insegnanti sia grazie all’utilizzo degli strumenti propri del progetto AHE (canzoni, libri e audiolibri). Con questi input i bambini potranno specializzarsi nel riconoscimento dei suoni tipici della lingua inglese senza fare alcuno sforzo.
E’ stata un’insegnante di nido, che nel suo percorso di vita e di studio si è trovata a fronteggiare in prima persona la difficoltà di imparare una lingua straniera, ad elaborare questo percorso. L’idea è nata dalla consapevolezza che non conoscere l’inglese oggi è una nuova forma di analfabetismo e che inserire prima possibile i bambini in nell’odierna vision comunicativa è una responsabilità che tutti gli educatori hanno verso le nuove generazioni. Da qui questo progetto innovativo e personalizzabile che ha il chiaro obiettivo di diffondere una vera e propria cultura del bilinguismo.
A Termoli come primo step educatrici ed insegnanti della hanno acquisito strumenti e metodi specifici grazie a un corso di formazione con esperti AHE. L’inglese viene inserito nella quotidianità della vita di sezione, con il supporto di materiali prodotti da Augeo e studiati ad hoc per educatori e genitori che vogliano avvicinare i bambini a una seconda (o terza) lingua.
In quest’ottica la lingua non è dunque una materia di studio, ma un vero e proprio strumento di comunicazione, per presentarsi agli altri e conoscerli, per esprimere desideri e bisogni, per descrivere gli stati d’animo e la realtà delle cose, per sentirsi parte di una comunità. Insomma una piccola rivoluzione culturale e sociale per fare in modo che i bambini delle nuove generazioni si sentano a casa ovunque, grazie all’inglese.