Discovering Diversity, abbracciare la diversità con un videogame

Presentato ieri il progetto innovativo che vede come scenario il comune di Castel Del Giudice

Personaggi del videogioco

Entrare in un gioco on line per vivere un’amicizia che va oltre ogni tipo di confine. Il cuore dell’iniziativa presentata ieri mattina da un nutrito gruppo di esperti ed istituzioni è proprio questo. Parliamo di “Discovering Diversity – sulle tracce della diversità“, una vera e propria rivoluzione copernicana che utilizza uno dei linguaggi preferiti dai giovani per educare alla diversità umana vista come una grande opportunità.

dadMa chi sono i protagonisti del game? Insieme agli avatar dei giocatori che saliranno sulla piattaforma ci sono Jonathan ragazzo ebreo, Sana ragazza musulmana, Viola ragazza cristiana e Alessandro ragazzo non credente. Credo diversi, così come diversi sono i parametri di un ragazzo costretto a muoversi con la carrozzina. Lo specchio di una realtà che solo in valori forti come lo scambio, la convivialità e l’amicizia troverà giovamento e solida crescita. E lo farà attraverso il videogioco, legato invece troppo spesso a temi di natura opposta come aggressività e guerra.

Vediamo come funziona. I personaggi vengono invitati dai loro insegnanti a fare una ricerca su un territorio, alla scoperta delle bellezze del patrimonio culturale, sia materiale che immateriale. I primi due episodi saranno dedicati rispettivamente al territorio del Molise e a quello della Basilicata, ma il format prevede episodi in tutto il territorio italiano e successivamente coinvolgerà l’Europa ed il resto del mondo.

I temi e le strategie. Nel gioco, incentrato sui temi dell’accessibilità universale, del dialogo interreligioso, dell’interculturalità, della rigenerazione dei borghi, della valorizzazione dei paesaggi, i ragazzi e le ragazze incontreranno molte persone reali e attraverseranno diversi luoghi. Parliamo di beni artistici, archeologici, ambientali, paesaggistici, etnoantropologici, enogastronomici, luoghi di fede, fatti e personaggi storico-letterari, siti ed aspetti connessi all’identità locale, produzioni ed eventi anche perduti e da recuperare, attività di svago e tempo libero purché fortemente connesse al contesto territoriale. E come ogni videogioco che si rispetti ci saranno da trovare soluzioni, scoprire tradizioni e oggetti, risolvere enigmi, affrontare sfide.

I territori sullo sfondo. Gli scenari dei primi due episodi sono Castel del Giudice (IS) a Borgo Tufi e Venosa (PZ) nello stupefacente scenario delle catacombe ebraiche e nel suo centro storico. Il videogioco “Discovering diversity” sarà scaricabile da Playstore o dall’App store e da casa ognuno potrà scegliersi il proprio personaggio (Avatar) e vivere la sua avventura in Molise e Basilicata. Ma non basta. Per superare i vari livelli e trovare le soluzioni in ogni scena, in alcuni casi, sarà necessario recarsi fisicamente nei luoghi interessati dal videogioco e trovare un indizio, parlare con una persona del luogo oppure individuare un elemento che consenta di proseguire nel gioco stesso. Un modo per promuovere le straordinarie e spesso ignote ricchezze dei territori molisano e lucano.

Il ruolo del cibo e delle tradizioni. I ragazzi (insieme ai ragazzi del luogo e con la supervisione di alcuni anziani) dovranno organizzare un pranzo interreligioso in cui si dovrà cucinare e mangiare insieme pietanze tradizionali locali. Dovranno organizzare il Tu Bishvàt, ovvero il Capodanno degli alberi, una festività ebraica che è una sorta di ringraziamento per la fecondità della terra. Anche per chi non è ebreo, la festa sarà uno spunto per riflettere sull’importanza della natura e l’obbligo di rispettarla.

La diversità che unisce e non separa. Chiunque potrà accedere al videogioco, indipendentemente dalle sue caratteristiche fisiche, sensoriali, anagrafiche, linguistiche, culturali e religiose. Sottotitolazione multilingua, interprete della lingua dei segni, i livelli di luminosità, campo visivo, audio, velocità del gioco e altre variabili permetteranno di superare ogni limite.

Davvero un bel progetto, innovativo e sicuramente efficace, quello promosso da Itria (Itinerari turistico religiosi interculturali e accessibili), Fondazione Giovanni Paolo II, CEAM (Conferenza Episcopale Abruzzo e Molise), Icomos Italia, CIA Abruzzo (Confederazione italiana Agricoltori), Consiglio d’Europa Ufficio di Venezia, ENAT (European Network for accessible tourism), APT Basilicata, Comune di Castel del Giudice, Design for All Italia.