Sono gli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori, le scuole superiori professionalizzanti che garantiscono maggiormente l’ingresso nel mondo del lavoro. Dai dati raccolti dal Monitoraggio Nazionale 2017 effettuato dall’Indire (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione e Ricerca Educativa) in Italia oltre il 79% di chi vi si iscrive trova lavoro a un anno dal diploma. In particolare il settore più premiante è quello di “tecnico superiore per l’automazione e i sistemi meccatronici”, seguono “tecnico superiore per la mobilità delle persone e delle merci” e “tecnico superiore per l’innovazione di processi e prodotti meccanici”.
Tra l’altro, cosa non da poco, nell’87.5% dei casi l’impiego trovato è coerente con il titolo di studi conseguito. Sotto la lente del sondaggio 2.374 studenti degli ITS che hanno seguito corsi conclusi entro dicembre 2015: dall’analisi è emerso anche che la maggior parte di loro ha ottenuto un contratto a tempo determinato (667 ragazzi e ragazze), in 493 uno a tempo indeterminato e in 228 di apprendistato.
In effetti gli ITS rispondono alla domanda di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche delle imprese. Nati nel 2010 per formare tecnici altamente specializzati in aree considerate strategiche per lo sviluppo del Paese, in Italia sono 93 e contemplano 6 aree tematiche: Mobilità sostenibile (17), Efficienza energetica (13), Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo (12), Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (10), Nuove tecnologie della vita (7), Nuove tecnologie per il Made in Italy (34).