Sebbene non esistano formule che possano dirsi vincenti al 100%, l’esito di un colloquio di lavoro può essere condizionato in gran parte da alcuni fattori sotto il nostro controllo. Ed è proprio qui che la prima impressione può cambiare in modo radicale le carte in tavola, andando in nostro sfavore o dandoci un importantissimo vantaggio competitivo sugli altri candidati. Chiaramente, esistono una serie di consigli e di regole che fanno leva proprio su questa lista di potenziali vantaggi e una serie di errori che nessuno di noi dovrebbe commettere in un momento delicato come il colloquio. Vediamo dunque di approfondire quelli che sono gli errori che potrebbero compromettere la vostra situazione in un’occasione così importante.
Arrivare in ritardo o in anticipo
La puntualità è una delle doti più importanti, e si trova sicuramente tra quelle segnate sul taccuino dai selezionatori. Presentarsi ad un colloquio di lavoro in ritardo, dunque, è la via più breve per fare una prima, pessima impressione, anche perché le giustificazioni qui non hanno efficacia visto che non siamo più a scuola. Inoltre, data la grande importanza dell’evento, chiunque dovrebbe programmare il tragitto e mettere in conto eventuali imprevisti, partendo dunque in anticipo. D’altro canto, presentarsi troppo presto può diventare anche un punto a sfavore semplicemente perché denota ansia e insicurezza, quindi è meglio evitare entrambi gli eccessi: né ritardatario cronico, quindi, né troppo apprensivo.
Vestirsi in modo poco adeguato
Il colloquio di lavoro come qualsiasi altro evento possiede un suo contesto e le sue regole, specialmente se si parla di outfit: un elemento che dovrà quindi essere studiato a dovere. Questo non significa presentarsi a tutti i colloqui in giacca e cravatta, ma studiare prima la tipologia di ambiente e adeguarsi a quest’ultimo. Nelle start up giovani e dinamiche di solito va bene anche un maglioncino elegante: basta notare come si vestono i dipendenti e prendere spunto. È chiaro inoltre che certi eccessi vengono malvisti in qualsiasi circostanza: ad esempio gli spacchi vertiginosi, insieme alle scollature, ai jeans sdruciti, alle camicie macchiate o sgualcite e così via. Anche gli accessori dovrebbero essere sobri e curati, così come le scarpe e in genere ogni elemento del proprio look (inclusi capelli e barba).
Un curriculum non adeguato all’azienda
È estremamente importante studiare l’azienda per la quale ci si candida, presentandosi con un curriculum adeguato alla posizione e con le giuste competenze. Ad esempio, se si sa che è un’azienda che commercia all’estero, è fondamentale conoscere le lingue e ripassarle prima del colloquio. Un buon modo per stupire è dimostrare di saper parlare fluentemente quell’idioma, e la tecnologia può aiutarci in questo caso. Che si tratti di dire buongiorno in una lingua d’oltralpe o grazie in polacco, l’aiuto di app come Babbel può essere essenziale per far pratica e – di riflesso – una buona impressione. Ovviamente il curriculum dovrebbe essere sincero, dunque non contemplare al suo interno la presenza di competenze che in realtà il candidato non ha.
Non saper comunicare
Un candidato potrebbe avere le competenze migliori, ma se non riesce a comunicarle in sede di colloquio è ovvio che non rappresenteranno un bonus (ma al contrario un malus). Oggi la comunicazione è una capacità che risulta fondamentale in qualsiasi campo, e non solo nelle mansioni che richiedono un contatto diretto con il pubblico o altri attori. Capire e farsi capire è alla base del funzionamento dei rapporti, specialmente quando si tratta di compiti da svolgere, o da far svolgere. A livello di comunicazione, poi, è importante possedere un buon italiano, sia scritto che parlato, e questo vale sin dalla redazione della lettera di presentazione.
In sintesi, il colloquio è un momento fatto di variabili: alcune di queste sono legate al caso, mentre altre possono essere controllate. Ed è su quelle che il candidato deve giocarsi la vittoria.