Se non è una rivoluzione poco ci manca. I docenti italiani – che finora sono stati retribuiti in maniera “piatta”, con progressioni esclusivamente legate all’anzianità di servizio – avranno l’opportunità di una carriera vera e propria. Grazie a due novità di rilievo: le risorse per far crescere le loro busta paga saranno assegnate per almeno due terzi in base al merito e potranno aspirare a svolgere due nuove funzioni (insegnante «mentor», specializzato nella didattica, e «quadro-intermedio», più finalizzato al supporto organizzativo). A prevederlo sarà il decreto «Buona scuola», atteso sul tavolo del Consiglio dei ministri entro fine febbraio. In un colloquio con il «Sole 24 Ore» il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, sottolinea come nella scuola «lo Stato abbia per molto tempo applicato il vecchio scambio della prima Repubblica: “basso stipendio, richieste minime”, senza alcuna valorizzazione delle differenze».
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