Futuro del lavoro: perché specializzarsi sarà sempre più importante

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In una società sempre più digitalizzata l’interazione uomo-tecnologia rappresenta un binomio non privo di critiche e timori.

La rivoluzione tecnologica a cui stiamo assistendo ha generato una sorta di caccia alle streghe, soprattutto con particolare riguardo all’uso dell’intelligenza artificiale in ogni settore dell’economia. Una paura che trova la sua ragion d’essere nel pensiero di essere rimpiazzati, in tutto o in parte, da macchine sempre più intelligenti e autonome. Preoccupazione che, alla luce dei tempi in cui viviamo, e a fronte di una forte crisi occupazione, risulta giustificato seppur, nella realtà, infondato.

Come emerge dal MIT di Boston, nel rapporto The Future of Work, l’interazione uomo macchina – a seguito dell’avvento della società dell’informazione – è un rapporto in continua crescita ed espansione. Un binomio alimentato dalla creazione dei nuovi posti di lavoro in ambiti che, fino a qualche decennio fa, erano del tutto inesistenti. Un’evoluzione spesso percepita in termini drammatici ma che in realtà si pone come un vero e proprio potenziamento in grado di abbassare la curva della disoccupazione.

Da nemici a collaboratori, questa è la transazione che oggi si richiede nel mondo del lavoro. Un passaggio ben spiegato nel libro “Uomini, robot e intelligenza artificiale” edito da Le Scienze S.p.A. e a cui, da qualche anno ormai, il Parlamento Europeo dedica sempre più attenzione attraverso numerosi report.

Un libro che mette in luce l’evoluzione nel mondo del lavoro verso una maggiore sintonia tra l’uomo e la tecnologia. Le aziende sempre più all’avanguardia operano ponendo al centro della loro mission la cultura del. Un salto in avanti che non riguarda solo la tecnologia ma anche e soprattutto i lavoratori e le loro competenze che devono riflettere, sempre di più, standard alti e competitivi.

Non sorprende allora che il futuro nel mondo del lavoro poggi su specializzazioni sempre più mirate. Diventa quindi fondamentale investire in master di secondo livello che offrono quel quid di competenze necessarie attraverso attività non solo teoriche ma anche pratiche.

Come i master Unicusano pensati per essere subito spendibili ai fini occupazionali. Questi offrono, sia ai neo laureati sia ai professionisti già inseriti nel mondo del lavoro, la possibilità concreta di acquisire un ampio e mirato know how che consente di distinguersi dalla massa. Per garantire questa versatilità, l’Università ripensa alle competenze partendo dalle esigenze del corsista. Grazie alla sua struttura basata sulla didattica telematica e al suo essere sempre più innovativa, è un ottimo modo per rivedere le proprie competenze e riqualificarsi o qualificarsi nel mondo del lavoro, organizzando il proprio tempo in autonomia e soprattutto da remoto.

Interessante, e perfettamente in linea con il trend che stiamo vivendo – laureandi e professionisti orientati verso la Pubblica Amministrazione – è il master in ‘Governance e Management nella Pubblica Amministrazione’, attivato in collaborazione con OSECO (Osservatorio sulle Strategie Europee per la Crescita e l’Occupazione), Impact Hub e Mazzei Hub. Si tratta di un percorso che fornisce competenze teoriche e pratiche spendibili nel mondo del lavoro, grazie alla possibilità di attivare eventuali fellowship.