Una ludoteca dal dentista. Non qualche giochino buttato lì, ma un piccolo spazio come quello dei luna park, con cubi a rete, palline, scalette colorate e giochi diversi. Si trova ad Isernia ed è la trovata di una donna, lavoratrice e mamma, che ha studiato nei minimi particolari quello che oggi è il suo ambiente di lavoro. Un luogo che deve accogliere, per un motivo o per l’altro, anche bambini. Che gradiscono, anche molto, al punto di dimenticare che devono andare a curare i dentini.
“Quando ho iniziato il mio nuovo lavoro ho dovuto riorganizzare tutta la mia vita – racconta Barbara, socia e direttrice di un centro odontoiatrico ad Isernia, Odontosalute – Facevo attività saltuarie con orari che mi lasciavano comunque spazi per i due miei bambini. Poi, non senza fatica, ho avviato la mia di attività, che mi piace tantissimo e mi dà enormi soddisfazioni, ma che mi porta via da casa dodici ore al giorno”.
Così Barbara ha pensato di creare uno spazio per risolvere il suo problema e offrire ai pazienti la possibilità di portare i bimbi e di farli giocare nell’attesa. “Quando non hanno attività o non sono con la nonna i miei figli stanno qui con me. Il centro dentistico è un po’ la seconda casa, dove giocano in tranquillità insieme ad altri bambini. C’è sempre l’occhio vigile di un adulto e tutto, anche una seduta dal dentista, diventa più leggero”.
Non è così difficile in effetti realizzare spazi a misura di bambino, una prospettiva che spesso non richiede grandi risorse, ma solo un tantino di sensibilità in più e la voglia di rompere gli schemi per guardare la realtà con gli occhi dei più piccoli.
In passato furono avviate iniziative come questa anche nel pubblico come il Progetto Andrea al Cardarelli per abbellire la Pediatria. Tutto è fermo, purtroppo, perché i problemi da affrontare sono altri, decisamente più urgenti… Così oggi chi può cambiare piano piano il mondo è il privato, un mondo che con piccole attenzioni può diventare davvero a misura di bambino. A vantaggio anche dei grandi.
“La spesa per questa struttura di gioco – conclude Barbara – è stata davvero irrisoria rispetto all’investimento generale. Ma porta notevoli risultati e ci fa star bene coi sorrisi dei bambini”. Diceva Giobbe Covatta: Tanto poco, che ccevò?