La prevenzione, in contesti economici difficili, è davvero un lusso. La sanità, specie nel Sud Italia, è martoriata da politiche istituzionali che impediscono un corretto equilibrio tra cittadini e cure. Il diritto alla salute è uno di quei tanti temi che necessitano di essere approfonditi, in quanto il sistema sanitario dovrebbe essere un servizio pubblico, accessibile a tutti e senza limiti. Ma, nel corso degli anni, stiamo assistendo ad un’inversione nella quale la sanità da pubblica si sta trasformando in privata e di conseguenza è diventata sostenibile economicamente per pochi. Di conseguenza, la situazione che si presenta è quella che sono sempre di più le persone che rinunciano all’assistenza sanitaria. Per questa ragione, dal basso, stanno nascendo iniziative collettive al fine di dare la possibilità a tutti di curarsi. Nascono, in questo modo, gli ambulatori popolari. Grazie a questi ambulatori tutti i cittadini possono accedere a dei programmi di screening gratuiti avvalendosi della prevenzione che gli spetta.
Spesso si possono trovare diversi sportelli come quello di ascolto, pediatrico, ginecologico, nutrizionale e di medicina generale. Non a caso, accanto a queste iniziative popolari, sono nati dei presidi sulla salute nei quali si discute e si elencano tutti i problemi legati al settore della sanità; da qui è venuto fuori che molte persone non riescono ad affrontare le spese sanitarie. Per chi crede in questo progetto e per chi crede che la lotta per i propri diritti parte innanzitutto dal basso, non è stato facile, basti pensare alla nota e travagliata storia dell’Ambulatorio Medico Popolare di via dei Transiti a Milano, che resiste dal 1994. Nel giugno 1993, l’Assemblea Permanente riunita al teatro dell’Elfo lancia la battaglia per i diritti negati. Nasce un corposo gruppo di lavoro che comincia ad elaborare un progetto di Ambulatorio Popolare che ha vita ufficialmente nel 1994. All’Ambulatorio popolare seguono il Consultorio Autogestito, il Telefono Viola e tantissimi presidi solidali per ricordare che l’Amp è una risorsa, esattamente come sono risorse cittadine da difendere e sostenere.
Nel 2016 nasce a Napoli L’Ambulatorio popolare dell’Ex Opg, un ex ospedale psichiatrico giudiziario occupato nel marzo 2015 da un gruppo di studenti, lavoratori, disoccupati “per sottrarlo all’abbandono restituendolo alla città, ricostruendo la memoria di questo luogo terribile di esclusione e per lanciare percorsi di mobilitazione a partire dalle concrete esigenze dei più deboli“: dal lavoro all’istruzione, dalla casa alla sanità. La struttura non conta solo sull’impegno volontario, ma si avvale anche di una rete esterna di circa 30 contatti fra specialisti solidali al progetto e altre realtà associative impegnate nel campo sull’intero territorio napoletano, oltre che di una piccola Farmacia Popolare, un punto di raccolta e smistamento di medicinali di comune utilizzo. La Farmacia Popolare è stata avviata grazie al contributo di 3 farmacisti che nel corso di questi anni l’hanno rifornita di farmaci da banco e piccole dotazioni sanitarie, e si è giovata, settimana dopo settimana, del contributo di decine di abitanti del quartiere e cittadini di qualsiasi zona di Napoli, ben disposti a regalarci medicinali. Un’altra storia da ammirare è la costruzione dell’Ambulatorio Popolare di Barletta, in Puglia, sulla scorta delle belle esperienze già maturate a Napoli dall’Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo. L’ambulatorio popolare di Barletta è una struttura mutualistica finalizzata a garantire, gratuitamente, alle persone più povere l’assistenza sanitaria di base che, nel pubblico, è caratterizzata da chilometriche liste di attesa e nel privato da una cospicua spesa economica. Anche a Catania, presso l’ex ospedale Santa Marta, struttura da tempo ormai in disuso, ci sarà la creazione di un poliambulatorio popolare in grado di offrire cure e assistenza a fasce della popolazione con difficoltà economiche, ai senzatetto e agli immigrati.
Queste sono solo alcune delle tante iniziative di Ambulatori Popolari presenti in Italia per far fronte alle gravi mancanze che, purtroppo, la sanità attraversa. Il costruirsi dal basso è l’esempio di come la collettività unita, con il confronto, con il dialogo, con la tenacia e con la grinta di costruire qualcosa in vista del bene comune, riesce a costruire il meglio per il genere umano.