Quel luogo, quei libri, quegli scaffali, quel profumo di storia, di tradizione, di arte, di volti e di pensiero sono la sua casa. Claudio Niro, funzionario pubblico in pensione, alla biblioteca comunale di Baranello dedica davvero tutto il suo tempo, rinunciando anche al pranzo e spendendo ogni minuto, ogni energia nella catalogazione, nella sistemazione e nella ricerca di fondi. Perché non è semplice alla tenera età di 91 anni portare avanti una simile iniziativa: più di 30mila volumi di ogni materia, 532 molto antichi, oltre 4500 opere di autori ed editori molisani, fotografie, dvd, cd, riviste, dispense, tesi di laurea, carte geografiche, pezzi storici come la prima edizione della Treccani. Il libro più antico è un manuale di anatomia del 1843, ricco di tavole descrittive e puntuali che ancora oggi fanno da guida a chi di mestiere. Un patrimonio ricchissimo che richiede cura, lavoro e risorse, continuamente. “Abbiamo bisogno di scaffali – ci spiega – affinché ogni elemento trovi il suo giusto posto e non resti in uno scatolone ad attendere. E poi occorre lavoro, tanto lavoro. Arrivano circa 300 volumi al mese da donazioni o fondi e vanno tutti catalogati e sistemati. Io ho ancora a casa tremila testi miei da portare”. La giornata di Claudio comincia molto presto: di prima mattina è già in biblioteca. E termina all’ora della cena, che da alcuni mesi purtroppo consuma da solo, dopo la scomparsa della sua adorata moglie Giovanna con la quale ha condiviso 60 anni di vita. “Mi prendeva in giro dicendomi che questa era in realtà la mia prima casa – ricorda lui – che ci mancava solo il letto e avrei potuto trasferirmi”. Il lavoro tra i libri è però una medicina: “Solo qui riesco a non pensare – ci dice – Mi immergo nel mondo del sapere e lavoro, lavoro”. Ogni giorno arriva altra roba: grazie alla rete di relazioni che Niro tesse incessantemente, all’interesse che riesce a stimolare e mantenere vivo tra le numerose persone, note o meno note, che in questo forziere hanno messo del loro con testi, idee, iniziative. E’ qui che si trovano i fondi delle famiglie Di Chiro Umberto, Di Muzio Umberto, Ada Trombetta, Carmela Di Soccio, famiglia Iacobucci di Vinchiaturo, famiglia Colitto Francesco, Antonio Palmieri, Mario Discenza editore e tante. Tutto materiale che occupa tre ampie stanze al piano terra, poco distante dal Comune. Stanze da scaldare e da mantenere. Per fortuna che le spese strutturali sono a carico dell’amministrazione comunale sin dall’istituzione della biblioteca, quando nel 2000 l’allora sindaco Colaneri la volle fortemente per racchiudere in uno scrigno la cultura di un popolo, quello baranellese, quello molisano. “E per fortuna che ancora ce la faccio – dice Claudio guardando al cielo per ringraziare – Ma dopo di me?”. In effetti non è facile trovare volontari disponibili ad operare e dare un lavoro è quanto meno impensabile al momento. Da qualche mese ad aiutarlo c’è Chiara, entrata come tirocinante e diventata appassionata come lui. “Ho sempre apprezzato questo posto – ci spiega Chiara – Ma da quando ci lavoro ne ho conosciuto da vicino l’infinito valore. E non vorrei mai che Baranello trascurasse tutta questa ricchezza”.