Servizio civile, il termine per presentare le domande è stato prorogato al 9 marzo 2022, ore 14. Ma le domande saranno ammesse con riserva.
In genere una proroga è una bella notizia per chi non ha fatto in tempo a presentare l’istanza, ma quest’anno, almeno per quanto riguarda il Molise, la situazione è inversa. I giovani pronti a vivere questa esperienza annuale da circa 500 euro al mese sono pochi. E le domande non coprono i posti dei progetti approvati.
Eppure non è che il territorio pulluli di proposte serie di lavoro. E quelle che si trovano più facilmente in giro non propongono compensi molto più consistenti o contratti più lungimiranti. Che cosa sta accadendo? I nostri giovani se ne sono tutti andati? O scelgono altre strade per intraprendere un percorso lavorativo?
Ma c’è di più. I posti lasciati vuoti riguardano soprattutto le attività di sostegno alle persone fragili. E alcune associazioni, soprattutto quelle dedite alla disabilità che su questo supporto contavano, sono rimaste a secco.
“Che le domande siano in forte calo è fuori dubbio – ci spiega Patrizia Pano, presidente Anpeas che si occupa di progetti di servizio civile in regione – I dati parlano chiaro. Le domande non coprono l’offerta e in calo sulle preferenze ci sono proprio i progetti rivolti a chi è svantaggiato. La fragilità non attrae. Al contrario di quanto accadeva fino a qualche anno fa, quando il 30 o il 40 per cento arrivava già da esperienze di volontariato attivo, che portavano valore aggiunto nelle selezioni“.
Ci sono associazioni che operano da decenni in maniera eccellente sulla disabilità che hanno ricevuto zero domande. Realtà del territorio che da anni investono idee, lavoro e risorse in azioni rivolte a persone con dei limiti da superare. E che hanno cambiato la vita a tanti ragazzi che si vedevano persi, fuori dai giochi. Quest’anno continueranno a farlo, ma dovranno cercare altri volontari, perché il supporto del servizio civile non l’avranno.
Qualcosa è andato storto. E i perché ce li dobbiamo chiedere. Che cosa ha smorzato la vitalità dimostrata in passato dalle nuove generazioni? E’ cambiato il loro modo di leggere i bisogni della società? O c’è dell’altro?
I fattori sono molteplici. Gli esperti ci dicono che i giovanissimi hanno risentito della pandemia in maniera particolare. Se sono stati i meno colpiti dalle conseguenze fisiche della malattia, ne sono diventati vittime sul piano psicologico. Non a caso nei prossimi anni a livello centrale verranno rafforzati gli interventi sulla salute mentale. E non sono casuali gli aumenti certificati di casi di bullismo che si registrano sull’intero territorio nazionale, anche nella piccola e provinciale Campobasso.
“C’è un malessere nella generazione dei giovanissimi – aggiunge la presidente Anpeas – Sono anni che incontro i ragazzi che si avvicinano al servizio civile, li ascolto, cerco di capire le loro aspirazioni, ma quest’anno li ho sentiti disattenti, distratti, vuoti, probabilmente demotivati“.
La pandemia ha lasciato il segno dunque, ma non è solo quello il motivo. “Tanti avevano il timore di far perdere alla famiglia il reddito di cittadinanza – dice ancora la Pano – E sebbene io più volte abbia spiegato che non c’è incompatibilità tra con il servizio civile, credo che la paura, loro o dei genitori, abbia avuto la meglio. Insomma, durante la pandemia pensavamo di uscirne migliori. No, non è andata così“.