Gemma viveva nella sua famiglia, in casa tanti problemi: il disagio del papà che c’era e non c’era, la frustrazione della mamma nel cercare di guidare una bagnarola che faceva acqua ovunque… Lei era triste, aveva perso il piacere del cibo, della casa… Un giorno qualcuno aveva fatto capire che un ambiente migliore le avrebbe fatto bene, che le sarebbe tornato il sorriso. Lei aveva paura, ma non si era opposta. In quella casa famiglia si erano dati da fare per lei, avevano voglia di capire senza giudicare. E si erano attrezzati per restituirle un po’ di serenità, quanto possibile. Si era quasi abituata, finché non ha conosciuto Maria e Giuseppe (nomi fittizi non casuali) che tramite la struttura si erano avvicinati a lei e, aiutati da esperti, le avevano proposto di unirsi alla loro famiglia. Era andata volentieri, volentieri. Nessuna adozione, solo una porta aperta, un ambiente pronto ad accompagnarla con amore nella sua crescita.
Oggi Gemma è una bella e brillante studentessa universitaria, fidanzata, piena di vita e di fiducia nel futuro per il quale oggi ha le idee chiare. Nessuno le ha tolto la famiglia d’origine, perché lei di famiglie ne ha due, una in più degli altri. E ha una gran voglia di assaporare la vita.
Questo è l’affido familiare, è la storia di Gemma, ma tanti altri minori ne hanno una simile da raccontare. E’ una bella storia che parla di vittoria, la vittoria di uno strumento delicatissimo da utilizzare, da tempo disciplinato dalla legge, che tarda a decollare in Molise e in altre aree d’Italia. Difficile, certo. Ma il migliore per tanti bambini che non chiedono altro che serenità, equilibrio.
Ma una famiglia, anche la più generosa del mondo, da sola non può farcela. Ha bisogno di essere preparata, accompagnata, guidata e supportata da istituzioni e da esperti che si muovono sotto l’occhio vigile del Tribunale. L’affido non si improvvisa, altrimenti il danno sul minore è doppio. Ecco perché il Comune di Campobasso ha avviato una campagna di sensibilizzazione e di formazione sul tema dell’affido familiare. Un primo passo, da compiere con tutta l’accortezza possibile. Per far rivivere a tanti altri minori la storia di Gemma (nome naturalmente fittizio).