NELLE VISCERE DEL MATESE IL “POZZO DELLA NEVE”

Pozzo della neve

Avete mai sentito parlare del “Pozzo della Neve”?
Ebbene, questa splendente grotta sottoterra si trova proprio in Molise, all’interno del monte Matese, zona Costa del Carpine, a Campochiaro (CB).
Tullio Bernabei, grande conoscitore della cava e di tutto il luogo circostante, lo definisce così: “E’ il quarto abisso d’Italia custodito gelosamente in uno scrigno luminoso a 100 metri di profondità da un sifone pensile, guardiano assopito del fantastico mondo sotterraneo”.
La storia del suggestivo Pozzo della Neve è interessante e risale agli anni 50, precisamente nel 1955, anno in cui viene scoperto l’ingresso della grotta, anche se il ritrovamento di un sifone a 110 metri di profondità sotterranea, frena l’entusiasmo degli speleologi.
Nell’agosto del 1962 quello stesso sifone è secco e questo permette l’esplorazione: per percorrerlo tutto ci vogliono anni, ma si giunge fino al fondo di 731 metri di profondità.
Nel 1981, per la prima volta, il sifone viene superato grazie a un’immersione speleologico-subacquea e si arriva a esplorare fino a 818 metri sottoterra. Viene, poi, scoperta la “Fessura del Casco” che, per molto tempo rimarrà il punto più profondo del Pozzo: -895metri. Dal 1984 vengono scoperti il “Ramo dei Babà”, il “Ramo delle Foglie” e il “Ramo dei Sifoni”.
Nell’ 85 si costituisce il Gruppo Speleologi Matesini, così, nell’estate del 1988, alcuni speleologi romani, superano la Fessura del Casco e portando il fondo a -1045 metri.
Un altro ramo viene scoperto “Addio dell’Impero”, mentre nel 1995, il Gruppo Speleologico del Matese si scioglie e nasce l’associazione Speleologi Molisani, che partecipa attivamente a queste esplorazioni.
Dal 1999 al 2004 si realizza la risalita di un grande fuso “Pozzo Schiffer” e a valle della Fessura del Casco viene attraversata una diramazione ascendente “Ramo dell’Eclissi”. I lavori si fermano riprendendo nel 2008, anno in cui si forma il Collettivo Speleomatese, costituito da numerose associazioni e da singoli speleologi che organizzano campi estivi con lo scopo di non fermare le esplorazioni.
“Ramo dell’Eclissi”; “Ramo dell’Invidia”; “Ramo Ramò” e “Ramo dei Single”, sono questi alcuni dei nomi dati alle parti laterali della Fessura del Casco.
Oggi il Pozzo della Neve supera i 9 chilometri e possiede un potenziale d’esplorazione eccezionale, poiché per profondità e sviluppo rappresenta uno dei sotterranei più rilevanti d’Italia.
L’abisso ha due ingressi: il principale a quota 1330 e il secondario a quota 1368 metri, aperto solo nel 1984. Il Bianco Meandro è l’affascinante e rilucente entrata della grotta a cui è possibile accedere solo durante il periodo tardo-estivo a causa di un sifone a -110.