In cammino sui tratturi, i preziosi musei a cielo aperto del Molise

Il Corriere Adriatico illustra le nuove vie del turismo, eccellenze culturali per un camminare salutista

tratturo

Erano le strade a lunga percorrenza dei nostri avi, quelle che collegavano le montagne al mare, che permettevano ad allevatori e commercianti di raggiungere luoghi di interesse economico. I tratturi, presenti in tutta Italia ma concentrati nella piccola regione del Molise, “non erano solo vie di comunicazione per le greggi tra le montagne ed il mare, ma rappresentavano dei veri e propri luoghi di incontro in cui si socializzava, si tenevano delle feste, si pregava nelle chiesette sparse lungo il percorso”. Lo leggiamo sul Corriere Adriatico online che dedica una riflessione alle cosiddette autostrade della transumanza che oggi sono un forte potenziale per un turismo salutista, naturalista e culturale sempre più diffuso.

I nuovi turisti cercano proposte capaci di offrire percorsi naturali, corredati se possibile di storia, arte, scienza e spiritualità in un’atmosfera conviviale da accentuare davanti ad una tavola imbandita. I cammini sono questo: sono il mélange tra attività fisica ed emozioni positive, con una buona dose di carattere culturale.

In questo quadro quindi il tratturo, vero e proprio museo gratuito all’aria aperta, si pone come elemento ideale, come location perfetta per iniziative di “cultura del bena spasso sui tratturiessere”. Il Molise ne è pieno, grazie alle tracce viventi dell’antica transumanza pronta a fare oggi la sua parte per la scoperta del piccolo paradiso molisano. “La transumanza del bestiame, principale risorsa del Meridione contadino, sembra ai giorni nostri un’attività arcaica e di poco interesse, ma forse non tutti sanno che molti tratturi sorgono accanto ad antiche strade romane lastricate in pietra, davvero suggestive – leggiamo ancora – Lungo il Tratturo Moderno (11,6 m. di larghezza con limiti stradali in pietra e dogane per gli affari burocratici) si contano circa 70 comuni del Molise, fra cui Campobasso, Bojano e Isernia, che costituiscono, dal 1997, il Parco Regionale dei Tratturi.

C’è solo da lavorare all’unisono su un territorio dove troppe voci cantano melodie che insieme stridono. Sulle mappe dei tratturi, ad esempio, si lavora in maniera dissociata: Regione, associazioni ed enti si muovono in maniera ancora troppo sfilacciata. Un coordinamento serio e strutturato delle tante seppur lodevoli iniziative aiuterebbe, anche in questo settore, a raggiungere la tanto sognata svolta verso un Molise capace di accogliere il turista dei nostri tempi in maniera strutturata e sostenibile, offrendo valori, sapori e luoghi unici, altrove ormai dimenticati.