Daniel Cueff, il sindaco antipesticidi che sfida Macron

Langouët è un villaggio di 600 persone della Bretagna, e da qui, lo scorso maggio, il sindaco Daniel Cueff ha deciso di avviare la lotta contro i pesticidi, sfidando il governo francese.

Con il decreto del 18 maggio si vietava l’uso di prodotti fitosanitari (insetticidi, fungicidi, erbicidi) “a una distanza inferiore a 150 metri dalle abitazioni private e dagli edifici a uso professionale”, mettendo così in sicurezza dal contatto con pesticidi e diserbanti gran parte del paese.

Ma la prefettura di Ille-et-Vilaine aveva richiesto la sospensione di questo atto, in quanto un sindaco non è competente a prendere decisioni sull’uso di prodotti fitosanitari.

Eppure Daniel Cueff non si è fermato, perché i test condotti sulla popolazione del piccolo villaggio bretone avevano mostrato livelli di glifosato nelle urine fino a 30 volte oltre il limite raccomandato.

“La Francia ha votato la direttiva europea per difendere la popolazione dai pesticidi, ma non lo sta facendo. È legittimo che un sindaco adotti provvedimenti in caso di incompetenza da parte dello Stato. Non voglio essere accusato di non assistenza alle persone in pericolo”, ha dichiarato.

Contro il sindaco di Langouët si sono schierati i contadini, il sindacato locale e Didier Guillaume, ministro dell’Agricoltura e dell’Alimentazione. Ma in questa battaglia in difesa della salute dei cittadini, Daniel Cueff ha trovato il sostegno dei cittadini e di numerosi comitati ambientalisti. Il suo esempio è stato seguito da 40 sindaci di altre cittadine francesi anche più grandi, tra cui Val-de-Reuil, Sceaux, Saint-Maulvis, Boussières, Parempuyre. E la sua storia è finita anche sulle pagine del New York Times.

Anche  il presidente francese Emmanuel Macron ha dovuto pronunciarsi sulla vicenda: “Sostengo le sue intenzioni, ma non posso essere d’accordo quando la legge non viene rispettata, anche se le motivazioni del sindaco sono buone”. Un’affermazione alla quale Cueff, ambientalista da una vita, ha replicato: “In politica, le buone intenzioni non contano, contano solo le azioni”. Ancora non conosciamo il finale di questa storia. Ma possiamo già cogliere un messaggio: ancora una volta si dimostra che in mancanza di norme chiare, per difendere la nostra salute dobbiamo ricorrere alla determinazione dei cittadini e alla sensibilità delle amministrazioni.