Ho conosciuto Antonio in un luogo del Molise con specifici segni architettonici e di vivace attività culturale qual è il Castello di Macchia d’Isernia, parlando di Filosofia, Storia, Arte. La sua presenza, il suo dotto e profondo parlare mi diedero subito un segno di armonia, una forma sintonica che creava corrispondenza tra la figura e le sue parole che andavano sempre verso la profondità del pensiero dal timbro esegetico/ speculativo. Quando poi ho prodotto alcune pubblicazioni quali Il Tombolo nel cuore di Isernia e il libro di racconti essenziali Guasti ho voluto la sua presenza, non tanto in qualità di relatore nella maniera classica del termine, ma come interprete autentico di quanto proposto che di certo si sarebbe acceso di altra luce dopo la sua riflessione. Ebbene nella presentazione nell’Aula Magna dell’Università del Molise del volume dedicato all’arte manuale del prezioso merletto a fuselli, Antonio iniziò il suo dire con un’immagine potente: un merletto “definito una forma di pensiero estetico”, tra le cose di questo mondo da spedire nell’universo in una ipotetica capsula del tempo alla ricerca di altre creature viventi a cui mostrare ciò che la mano dell’uomo sa ricamare quasi tessendo fili e aria lievi!
Per la presentazione dei miei racconti, con la partecipazione della nota scrittrice ed amica Gioconda Marinelli, nel Palazzo Laurelli di Isernia, come avesse letto oltre le righe colse una similitudine calzante tra gli incipit che avevano ispirato i racconti stessi e la poetica della solitudine di persone e di aspetti urbani nel pittore americano Edward Hopper. Una speciale capacità di trovare i termini giusti, quelli che perfettamente si adattano e addicono era un tratto distintivo di Antonio, che ne faceva un uso unico e riconoscibile in uno stile che non lasciava mai nulla al vago, al vuoto, al parlare pour parler, perché vigeva la coscienza civica di chi vuole dare il personale contributo di civiltà, di conoscenza, di ricerca quale intellettuale impegnato a livello nazionale e internazionale. Se l’Arte era il motore dello spirito di Antonio – particolarmente disposto a capire, sondare, proporre artisti e opere – gli va riconosciuta la sua produzione letteraria, di critico, di esperto d’arte, di conoscitore, di studioso che lavora incessantemente a capo chino ma con i pensieri alati per far conoscere e diffondere i segni dell’Arte e della Cultura come una missione, una sorta di compito da assolvere.
Le forme d’Arte erano per Antonio sempre più da contemplare nel nostro vivere presente, come per impastarle ad esso e creare un mix di reale/ pensato/ sognato/ concretizzato da inserire nell’attimo o meglio negli attimi del quotidiano che, proprio tramite esse, può accrescere la sua luce. Allora la luce per Antonio Picariello era fare chiarezza, illuminare per sé e per gli altri zone d’ombra, trovare “scovare la bellezza e l’unicità del creato” che ispira per sublimazione l’opera d’Arte in ogni sua forma. Un tragitto di amicizia di quasi venti anni, che va oltre il tempo che noi umani ci angosciamo a dividere anche in centesimi di secondi, scandiva e continuerà a scandire la mia personale conoscenza di Antonio Picariello vissuta sempre sul filo della Cultura e dell’Arte in uno scambio reciproco di conoscenze che si realizzavano anche nella partecipazione di Antonio Picariello, in qualità di giurato, nella Commissione video e corti del “Premio Nazionale l’Iguana – Anna Maria Ortese” che si svolge nel Castello di Prata Sannita con la collaborazione dell’Istituto Italiano Studi Filosofici, fondato da Gerardo Marotta, e di altre realtà culturali di spicco nel panorama attuale. Se poi, dando uno sguardo d’insieme alla “realtà culturale del Molise ma chiaramente con risvolti nazionali ed oltre“, dovessi indicare attivisti, che lui chiamava militanti (in realtà niente che faccia pensare a guerre e battaglie ma militanti perché sono come dei don Chisciotte sempre pronti a combattere una personale lotta per l’affermazione della Cultura in tutte le sue espressioni), Antonio Picariello “è” certo il guerriero più valoroso e costante nel suo impegno/ missione perché questo mondo, per il tramite dell’Arte e della Letteratura, ci appaia più comprensibile e umano.