La rivincita delle donne: Gabriella Genisi e la sua Lolita Lobosco

Si è conclusa Tintilia Noir, la rassegna letteraria diretta e ideata da Mirko Addesa che ha visto l’alternarsi di autori importanti del genere giallo sul palco dell’auditorium di Palazzo Gil a Campobasso. Ad aprire la tre giorni di eventi Gabriella Genisi, autrice dei romanzi su Lolita Lobosco.

La scrittrice ha raccontato al pubblico in sala come ha iniziato a scrivere e la genesi del personaggio che l’ha resa famosa. Non sono mai stata una grande amante della televisione al contrario di mio marito. Una sera ho visto che mandavano in onda Il ladro di merendine, che tra l’altro è stato riproposto in questi giorni in versione restaurata, e dopo aver letto tutti i libri sul Commissario Montalbano mi sono seduta sul divano incuriosita. Il giorno dopo ho fatto una ricerca e ho scoperto che non c’erano donne protagoniste nella letteratura poliziesca.

Il primo romanzo della fortunata serie su Lolita Lobosco, La circonferenza delle arance, è stato pubblicato nel 2010 ma ha avuto una gestazione molto lunga, di oltre tre anni. Ho sempre pensato che la scrittura fosse uno strumento di elaborazione. Io stessa ho cominciato a scrivere tre mesi dopo la morte di mio padre ma al giallo mi ci sono avvicinata per caso, leggendo Camilleri. Ad oggi posso dire che mi ha cambiato la vita.

Qualche anno dopo infatti è stata contattata da Luca Zingaretti che si è detto interessato a farne una fiction. La prima stagione di Le indagini di Lolita Lobosco ha registrato uno share altissimo diventando il terzo programma più visto del 2021. Mai mi sarei aspettata che avrebbe avuto un tale successo ma ammetto che mi piacerebbe avere sette milioni di lettori.

Quando si dice il caso… ad interpretare Lolita Lobosco nella fiction omonima è Luisa Ranieri, moglie di Luca Zingaretti, celebre per la sua interpretazione del Commissario Montalbano sempre su Rai 1.

Lolita incarna l’ideale della donna pugliese, forte e assertiva. Suo malgrado risulta appariscente in un ambiente lavorativo prettamente maschile (e maschilista): Lolita è il vicequestore di Bari, la sua città natale, dove è tornata dopo aver trascorso un periodo a Legnano. Qui si trova a dover lottare contro i pregiudizi di cui le donne sono vittime ancora oggi. Per di più il suo nome evoca malizia e seduzione: Lolita è infatti la protagonista del romanzo di Vladimir Nabokov che negli anni Cinquanta destò scandalo per il contenuto lussurioso.

Per tutta la sua vita Lolita è stata condizionata dagli uomini: per primo suo padre che l’ha ingannata, poi dal suo primo amore che l’ha usata e poi lasciata senza alcuna spiegazione. Anche nella fiction i personaggi secondari, in maggioranza maschili, le fanno da spalla e in qualche modo la influenzano.

A fare da filo conduttore ai romanzi invece è il desiderio della scrittrice di affrontare tematiche difficili, come i rifiuti tossici, e veicolare messaggi importanti con tono leggero e ironico perché a detta sua arrivano meglio al lettore. Proprio quest’anno Gabriella Genisi ha pubblicato Terrarossa, il nono libro del ciclo Lolita Lobosco. Ho deciso di raccontare i lavoratori sfruttati fino allo sfinimento dal caporalato. In particolare ho deciso di dedicarlo a Paola Clemente, una bracciante morta sfinita dal caldo e dagli stenti nel 2016, madre di due figli. Per fortuna la sua morte non è stata del tutto inutile: grazie a lei lo Stato italiano ha stabilito con la legge 199 del 2016 che il caporalato è reato.