C’era una volta una bambina di tre anni che voleva a tutti i costi un cavallo. Lo desiderava tantissimo, per giocarci, per trascorrere il tempo con lui, per salirci sopra e cavalcare. “E’ presto – le rispondeva sempre il papà, che aveva un’azienda agricola con diversi animali – E poi è pericoloso per te. Quando sarai più grande vedremo“. Il momento arrivò all’alba dei 18 anni, quando nella sua vita comparve Cassandra, il dono tanto atteso, una cavalla pony con cui la giovane si tuffò nel mondo dell’equitazione senza uscirne più.
Quella bambina oggi è la regina di un maneggio alle porte di Campobasso che porta il nome di quel grande regalo che da alcuni anni non c’è più: Cassandra Equitazione. Angela Palladino, inarrestabile cinquantenne dal fisico scolpito per la continua ed intensa attività da sempre portata avanti, dedica tutta la sua giornata alla scuola di equitazione che ha realizzato sui terreni in cui si trovava l’azienda agricola di famiglia, dove per anni si era accontentata di cavalcare cani, pecore ed altro, in attesa del sospirato cavallo. E oggi di cavalli, suoi o in custodia, ne accudisce venticinque.
“Il mondo dei cavalli non è un mestiere, è uno stile di vita. O lo ami o non ci resisti. E se ti prende non ti molla più – spiega Angela – E’ stare sempre all’aperto, spesso con i piedi nel fango o nella terra, tra gli odori dei box e i nitriti dei cavalli che richiedono attenzione continua. E’ un lavoro mentale perché devi coordinare tutto quello che c’è da fare, ma è anche e soprattutto fisico. Sei sempre in movimento, non riesci ad allontanarti facilmente e quando lo fai hai il pensiero rivolto costantemente al maneggio. I cavalli richiedono attenzione continua, vanno montati tutti i giorni, sia per gli allenamenti sia se devono essere domati“.
Un lavoro, il suo, che le occupa l’intera giornata. Accompagnata costantemente dal fedelissimo Cognac, la sua guardia del corpo, un micro cagnolino dallo sguardo attento, lavora al maneggio tutto il giorno. Aiutata da alcuni giovani nelle diverse mansioni coordina le attività del maneggio e quelle della scuola della Federazione Italiana Sport Equestri, dove è istruttrice federale. E poi fa la mamma di Niccolò, un bel diciottenne che ama andare a cavallo e che sta raccogliendo i suoi primi grandi successi nelle discipline FISE.
“Presa la maturità mi sono trasferita nelle Marche dove, lavorando per mantenermi, ho imparato tutto sull’equitazione, cominciando le competizioni e crescendo fino all’ultimo scalino della mia formazione. Quel periodo lo chiamo la mia Università – racconta – perché mi sono formata, ho iniziato a partecipare alle competizioni, ho conosciuto tutte le discipline, ho raccolto soddisfazioni, ho imparato tutto ciò che potevo. Poi sono rientrata e ho aperto la scuola di equitazione, che mi ha permesso di crescere piano piano nella mia azienda. Col tempo sono arrivate le altre strutture, il campo coperto, l’agriturismo, le manifestazioni. Il Covid ci ha dato una battuta d’arresto, ma il mondo dell’impresa è così, alti e bassi. Bisogna cogliere i momenti migliori e adeguarsi a quelli più lenti, andando però sempre avanti decisi“.
In realtà Angela non ha mai pensato di vivere lontano da queste terre, alle quali è legata in maniera viscerale. Qui trova ogni giorno il respiro per affrontare emozioni, gioie, ansie e anche momenti difficili, che non sono certo mancati. “Ma i cavalli sono creature stupende e vivere con loro significa rafforzarsi ogni giorno di più – aggiunge – Con loro impari a saltare gli ostacoli, dal più piccolo al più alto, non solo sul campo di gara. Impari a trasferire forza, a trasmettere sicurezza, soprattutto ai bambini. Non potrei immaginare la mia vita se non così“.
Da qualche tempo concorre di meno perché si concentra sul figlio Niccolò. Con lui, che studia e porta avanti l’attività equestre, condivide ogni giorno nuove esperienze agonistiche, le trasferte fuori regione, le emozioni delle gare, la bellezza e lo stile che questo sport porta con sé. “In realtà Niccolò sono io che continuo – dice sorridendo – E a chi mi chiede perché non concorro rispondo: guarda che lo sto facendo!”.