Una chiamata di lavoro inaspettata, quella di dieci giorni fa. Vado o non vado? Non è il mio grado di scuola, penso, forse non sono in grado. Dopo 10 minuti ho già deciso. Parto velocemente, una valigia rapidissima. Destinazione Reggio Emilia. Mentre sono in treno blocco una stanza. In Molise è pur vero che siamo quattro gatti, ma siamo un po’ ovunque, quindi ovunque andrai ci sarà sempre un molisano amico dell’amico dell’amico pronto a darti una mano, un’indicazione preziosa.
Eccomi arrivata. Trovo pioggia e nebbia, ma anche la temperatura bassa non scherza, per essere ottobre. Freddo che trapela nel giubbotto di jeans, con l’acqua che entra pure nelle Stan Smith, il benvenuto della città. Insomma, non male come primo inizio (sono ironica, ovviamente).
E’ l’indomani: entro a scuola, mi sento un po’ persa, piove a dirotto, nuovamente. Questa volta l’acqua mi entra negli stivali. Varco la soglia del mio primo posto di lavoro. Che emozione.
Ma quanti anni hai? Dove abiti?. Sono le prime due domande, seguite da un Posso andare in bagno per favore?. I bambini mi circondano, mi osservano, facciamo amicizia. Quanto basta per sapere chi sono e da dove arrivo. E il giorno seguente Alessandro si avvicina col quaderno in mano e teneramente mi dice Ho fatto una ricerca sul Molise. Posso leggerla ad alta voce? Io gongolo in un mix di orgoglio e repentina nostalgia. E lui inizia a leggere il suo lavoro su questa semisconosciuta terra chiamata Molise.
“Il Molise era in gran parte compreso nell’antica regione Regio IV Samnium, ovvero il Sannio, ed era la culla dell’antica civiltà sannita. I fiumi principali della regione sono il Trigno, il Biferno e il Fortore. I quattro centri balneari e di villeggiatura che la compongono sono Montenero, Petacciato, Termoli e Campomarino, tutti in provincia di Campobasso e dotati di lunghe spiagge. […] Le maggiori attrazioni del Molise sono le Cascate di Carpinone e il Ponte Tibetano di Roccamandolfi che, quest’estate, sono stati i luoghi maggiormente visitati“.
Negli scorsi mesi siamo stati abituati a vedere foto, post e articoli presso le Cascate di Carpinone, un posto sconosciuto quasi a tutti che, con il genio di qualcuno, è stato portato all’apice della popolarità. Stessa cosa per il ponte tibetano di Roccamandolfi, più conosciuto, certamente, ma quest’anno ha raggiunto il boom di visite. Insomma due posti poco poco visitati, fino a quest’estate, arrivati addirittura a Reggio Emilia.
Guardo Alessandro un po’ stupita e un po’ divertita e penso tra me e me: “allora non si scherzava quest’estate!“.