Qualche giorno fa, al mio rientro da Milano, lascio il Frecciarossa per il convoglio verso Campobasso. Il cambio non è nella caotica Roma Termini, ma nella nuovissima stazione di Roma Tiburtina e la cosa, a dire il vero, mi solleva parecchio: evito la confusione e soprattutto mi risparmio il pellegrinaggio (da fare rigorosamente a piedi) al fatidico binario 20 Bis di Stazione Termini, dove di regola vengono relegati i treni per il Molise. E’ il binario di Harry Potter che dista quasi un chilometro dall’ingresso, con una sola obliteratrice sul percorso, al quale ci siamo rassegnati ormai da tempo.
Bene, torniamo a Tiburtina Station, edificio very nice dai tratti ultramoderni, dai colori delicati e dal gradevole design. Posto pulito, ordinato e per niente caotico. Ho un’oretta di tempo, mi faccio un giro. Lungo il corridoio centrale ci sono negozietti simpatici e anche originali nelle vetrine. I punti ristoro sono gradevoli e facilmente fruibili nei dehors, con varie proposte mangerecce. I servizi igienici al primo piano sono a pagamento (1 euro): pago volentieri per il livello di pulizia. Mi dicono che ci sono anche wc gratuiti, da qualche parte sotto, a me va bene così.
Le informazioni su partenze e arrivi non fanno una piega, le indicazioni verso i binari idem. Manca poco, sono stanca, mi dirigo verso il binario 25, guarda caso l’ultimo della fila. (Ma perché al Molise tocca sempre la coda dei numeri? Bah!…)
Scendo, mancano 20 minuti, sono stanca, vado a sedermi. Sì, ma dove? C’è un binario largo, ordinato, con mille indicazioni, ma è l’unico senza sedili. I pochi fortunati si sono arrangiati sotto il corrimano della scala d’accesso, gli altri, in piedi come me, guardano sconfortati l’altra banchina, dove ci sono ben 4 panche da 4 posti l’una.
E’ a questo punto che una vena sottilmente polemica mi pervade inesorabilmente. E mi chiedo. E chiedo.
– Ma i progettisti di queste strutture pubbliche ogni tanto sentono anch’essi il bisogno di appoggiare il prezioso deretano per riposarsi un po’? Perché non lo possono fare i tanti pendolari che rientrano stanchi e magari vorrebbero poter attendere il treno seduti?
– A fronte della ‘lieve’ spesa sostenuta per la nuova stazione, quanto potevano costare una ventina di misere panchine in più?
– Perché in Italia realizziamo opere fantasmagoriche da premio e poi ci perdiamo nelle esigenze più basilari a scapito soprattutto delle fasce deboli (anziani, persone con disabilità, bambini…)?
E poi (qui giace il mistero)
– Che senso ha mettere le panchine in tutti i binari tranne uno?!
E soprattutto (qui giace la rabbia)
– Perché il binario sfigato deve capitare sempre e solo al Molise?! Eppure questa regione è nota, soprattutto ai Romani, per la genuina ospitalità della sua gente, che mai farebbe rimanere in piedi un ospite!