Spiagge, in Abruzzo l’ordinanza per un timido avvio

Come vivono questo periodo i balneatori di San Salvo Marina, che grazie al provvedimento possono iniziare a fare i primi lavori di manutenzione

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“Cubi di plexiglass sulla spiaggia… che bella idea! Con il vento che tira da queste parti rischiamo che prendano il volo e colpiscano qualcuno…”.

Lo dice ridendo Gianni La Verghetta che di spiaggia attrezzata se ne intende e che si prepara ad una stagione balneare quantomeno originale. Lui, che gestisce lo stabilimento balneare L’Ancora a San Salvo Marina, come i suoi colleghi da qualche giorno ha potuto mettere finalmente piede al lido. “Lunedì sera, su pressione di noi operatori balneari, il presidente della Regione Abruzzo ha firmato un’ordinanza che ci autorizza almeno a cominciare qualche opera di sistemazione – ci spiega – Il che sarà ben poco, ma è comunque un primo passo”. Sì, perché comunque il provvedimento (firmato anche in Liguria e in Emilia Romagna) permette al titolare, ma solo a lui, di  recarsi al lido: niente mezzi, niente aiuto e quindi grandi limiti.

Ogni anno lo stabilimento apre a Pasqua ed inizia a raccogliere le prenotazioni per gli ombrelloni dei mesi estivi. “In genere in questo periodo abbiamo già terminato la manutenzione della struttura ed avviato il bar, che è comunque un punto di riferimento per la passeggiata sul lungomare – aggiunge Gianni – verso la metà di maggio cominciamo poi a sistemare gli ombrelloni per partire a giugno”.

Quest’anno come muoversi lo saprà soltanto a fine mese, quando tutti conosceremo se saranno presenti le condizioni di un eventuale riavvio e in che modo usciremo dalle case. “Certo il progetto degli scomparti in plexiglas è simpatico – osserva Gianni sorridendo – E se una famiglia ne prende due che dobbiamo fare? Impedire che stiano insieme? E nella spiaggia libera? Ogni bagnante deve portarsi il cubo personale? Immaginiamo poi che spasso in quei giorni caldi ed afosi che ci regala l’estate dentro quattro mura di plastica… Di chiacchiere ne abbiamo sentite tante, di idee come questa (promosse a scopo pubblicitario) altrettante. Il punto è che chi vive la situazione sul posto, sul territorio, siamo noi. E dovremo vedere bene come fare a lavorare, perché la situazione è davvero complessa“.

I problemi sono tanti per organizzare una stagione estiva che con ogni probabilità ci sarà, ma sarà soggetta a forti restrizioni come la distanza tra le persone, l’utilizzo di dispositivi di sicurezza, l’igiene ovunque… Dovremo pensare di portare in spiaggia i bambini, che però non possono giocare insieme. E a chi toccherà la sorveglianza sui comportamenti? Sul piano legale, di chi sarà la colpa se una persona si accorgerà di aver preso il Covid-19 sulla spiaggia privata? In che modo, ancora, sarà possibile assicurarsi in ogni momento la sanificazione delle toilette o degli spazi comuni?

Il rebus è tutto da studiare. E intanto arrivano le bollette da pagare per gli stabilimenti ai quali le istituzioni hanno concesso, come agevolazione, qualche mese in più per farlo. “Abbiamo canone demaniale, accatastamento, immondizia, IMU sulla struttura e anche sulle cabine: tutto da sostenere in vista di un futuro dubbio – conclude La Verghetta  – Dovremo capire se e in che numero piazzare gli ombrelloni, in che modo dovremo accogliere i nostri ospiti. Un grande punto interrogativo anche per noi”.

Pensare ad una chiusura delle spiagge, che al momento per tutti gli esperti non si può ancora escludere visto che sono considerate sede di assembramento, è quasi inverosimile. “Certo – conclude Gianni – Noi faremo di tutto per essere presenti ed attivi perché amiamo il nostro mestiere: la nostra famiglia lo porta avanti da 50 anni. Ma dovremo valutare termini, condizioni e rischi. Ragioneremo all’interno delle nostre associazioni di settore: io faccio parte della Sib, guidata in Abruzzo da Antonio Padovano, che sta facendo un ottimo lavoro per venirne a capo nel miglior modo possibile”.