Covid e carcere: un webinar tra terzo settore e istituzioni

53mila persone vivono recluse in promiscuità. Una bomba da disinnescare prima che esploda. Giovedì il webinar

carcere e sociale

Covid-19 e carcere: una emergenza nell’emergenza. Mentre le varianti del coronavirus mettono a dura prova il piano di contenimento e di cura della pandemia, oltre 53 mila persone vivono rinchiuse nelle carceri italiane in condizioni di promiscuità: un rischio enorme per loro, per i familiari, per il personale che lavora negli istituti penitenziari.

Nell’ottica proposta dal neo-presidente del Consiglio Mario Draghi di «trasformare la crisi della pandemia in opportunità», la Comunità Papa Giovanni XXIII ha organizzato per giovedì 25 febbraio alle ore 10:30 un seminario dal tema Carcere, Covid-19 e Comunità che potrà essere seguito sulla pagina Facebook della Papa Giovanni o sul sito. L’obiettivo, spiegano gli organizzatori, è cogliere gli elementi di crisi del sistema attuale e offrire valide proposte alternative da sottoporre al nuovo Governo.

Il confronto prevede gli interventi di Riccardo Turrini Vita, Direttore Generale della formazione, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria; Giovanni Paolo Ramonda, Presidente Comunità Papa Giovanni XXIII; Patrizio Gonnella, Presidente Associazione Antigone; Alfredo Bazoli, Deputato della Commissione giustizia; Marcello Marighelli, Garante dell’Emilia Romagna delle persone private della libertà personale; Bartolomeo Barberis, Responsabile Comunità Terapeutiche della Giovanni XXIII. Al termine un “question time” con il giornalista di Avvenire Pino Ciociola.

Nel corso dell’incontro Giorgio Pieri, autore del libro Carcere, l’alternativa è possibile (Sempre Editore, in libreria dal 18 febbraio) porterà una testimonianza sul funzionamento delle Comunità Educanti con i Carcerati (CEC).

Il carcere attuale è superato — sottolinea Pieri —. Oltre a essere pericoloso per la pandemia, non funziona nel suo scopo rieducativo dato che ogni 1000 persone che terminano la pena, in media 750 tornano a commettere reati spesso peggiori. Nelle comunità invece i delinquenti si pentono davvero e quando escono, tranne una minoranza che non supera il 15%, sono persone nuove, non più un problema ma una risorsa per la società“.

E denuncia: “Per affrontare l’emergenza Covid, lo stato è disposto a finanziare l’accoglienza in comunità. E’ una bellissima notizia. Purtroppo pur avendo molte associazioni dato la propria disponibilità, molte comunità restano vuote; sono stati occupati meno di un quarto dei posti disponibili“. Anche di questo si occuperà il webinar.