Sguardi che si riaccendono e braccia che si aprono per ricevere amicizia, conforto e rinnovata fiducia nella vita. Poche parole per sintetizzare il clima emotivo che si è respirato presso il SOS Summer Camp di Caldonazzo, in provincia di Trento, dove operatori e mediatori linguistici e culturali hanno regalato spensieratezza, svago ma anche attività educative e ludico-ricreative a un gruppo di 242 bambini e famiglie ucraine. In collaborazione con la cooperativa SOS-Feriendorf, che gestisce il SOS Summer Camp, sono state accolte le famiglie per un totale di 198 persone giunte in Italia, in seguito al conflitto, poi fermatesi in Trentino. In partnership con Associazione RASOM e grazie al sostegno di ITAS Solidale, è stato, inoltre, ospitato un gruppo di oltre 40 tra bambini e ragazzi provenienti dagli Istituti pubblici nella città di Uman.
Queste famiglie – sottolinea Roberta Capella, Direttore SOS Villaggi dei Bambini Italia – hanno il diritto di poter riguadagnare serenità e un percorso di crescita sano e costruttivo. Noi offriamo il nostro contributo, sperando così di alimentare in loro la speranza per una vita che può offrire ancora un’occasione di rinascita e stabilità. Molti di questi bambini, insieme ai loro genitori, manifestano il disagio di avere dovuto abbandonare i luoghi della propria quotidianità, oltre ad amici, scuola, attività sportive e ricreative. È nostro preciso dovere mettere a disposizione di queste famiglie la nostra pluriennale esperienza, fatta di accoglienza, responsabilità, competenza, ma anche grande umanità e passione. Abbiamo quindi voluto offrire una tregua in modo strutturato e organizzato, garantendo un luogo sicuro e accogliente a loro e ai bambini.
Nel corso del periodo di accoglienza, durato per quasi tutto il mese di giugno, adulti, ragazzi e bambini hanno potuto godere non solo dell’accoglienza e della dedizione del personale, ma anche delle attività educative, ludiche e ricreative che hanno cercato di attenuare l’inevitabile senso di smarrimento e “distacco”. Emozioni forti che molti degli ospiti hanno subìto, allontanandosi dalla propria terra d’origine colpita dal conflitto.
L’aumento dello stress e dell’angoscia nei genitori – spiega Orso Muneghina, Responsabile Programmi internazionali e Risposta all’emergenza di SOS Villaggi dei Bambini – può portare a un aumento della genitorialità negativa. Molti genitori che sosteniamo hanno livelli di stress che non sono legati solo alla violenza dalla quale sono fuggiti, ma anche alle sfide quotidiane. Immaginate un padre o una madre che non hanno più un lavoro e che non sanno come far fronte alle spese di ogni giorno. Risulta quindi fondamentale cercare di offrire interventi che vadano a rafforzare le opportunità per queste famiglie di vivere nel modo più sereno possibile.
Tanti nomi, tanti visi ma soprattutto tante storie differenti, accomunate dalla sofferenza per il passaggio da una quotidianità serena alla necessità di lasciare tutto repentinamente, per scampare al pericolo di ritrovarsi coinvolti in uno dei tanti bombardamenti che dilaniano ancora molte parti dell’Ucraina.
La nostra Federazione Internazionale si è attivata in tutta Europa sin dall’inizio di questo terribile conflitto – prosegue Roberta Capella – per garantire cure, accoglienza e supporto, oltre alle pratiche per l’inserimento scolastico per bambini e ragazzi. In Italia, attualmente, accogliamo adulti e bambini provenienti dall’Ucraina nei Villaggi SOS di Vicenza, Trento e Ostuni. A Caldonazzo attendiamo fine agosto un altro gruppo di bambini e famiglie provenienti dall’Ucraina.