Venendo fuori dalla piccola Arena sotto le stelle di Casacalenda, dopo aver visto il film di Pier Paolo Pasolini Uccellacci e Uccellini, nella serata finale di MoliseCinema, viene da chiedersi se questa manifestazione, arrivata alle tredicesima edizione, sia da considerarsi un’occasione unica per una piccola regione come la nostra oppure una tra le tante feste che d’estate si ripetono, quasi come una giostra, in ogni piccolo paese. Sul Molise se ne dicono tante, a volte anche che non esiste, che MoliseCinema sia un momento di straordinaria possibilità lo si dice meno. Al di là degli ospiti, che sono certamente fondamentali, è la potenza culturale, sociale ed evocativa del cinema che non è mai abbastanza sottolineata e un appuntamento come quello del Festival cinematografico di Casacalenda rappresenta un “attimo” di indiscutibile fascino.
La retrospettiva su Pasolini, da Mamma Roma a Comizi d’amore, è stata un’opportunità preziosa per approfondire la conoscenza del suo cinema e di un passato che non passerà mai e che ancora oggi, seppur tra mille nodi irrisolti, resta di una energia, di una intelligenza e di una tragicità sconcertanti.
Fare cinema, documentaristica e scrivere non è semplice, non lo è mai stato e, in un futuro in cui pare la faranno da padrone youtubers di ogni sorta, blog e web series, trattate anche a MoliseCinema, lo sarà sempre meno. Per questo i grandi del passato è bene che vengano riproposti senza sosta.
Risulta sempre più difficile riuscire a distinguere chi ha davvero qualcosa da dire e chi invece si perde tra banalità, ripetitività e voglia di notorietà ad ogni costo. Parlando di presente, il premio come miglior film documentario a Napolislam di Ernesto Pagano ha certificato e apprezzato “la capacità di affrontare la contemporaneità attraverso il racconto di una storia normalmente percepita in modo generalizzato ma che in realtà è fatta di persone, percorsi e scelte individuali, diverse e lontane fra di loro. La storia dei convertiti all’Islam in Italia.”
Il cinema, con la sua travolgente forza interpretativa, è diventato un mezzo fondamentale per raccontare le varie fasi della vicenda umana e della società.
Il film è uno strumento emotivo per scavare nei luoghi e nel periodo storico in cui è stato realizzato e il documentario lo è, per forza di cose, ancora di più.
Tutte le opere audiovisive sono finestre aperte sul mondo. MoliseCinema le porta fin dentro al cuore della provincia molisana.