Fondi comuni di investimento, pro e contro di uno strumento versatile

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Per chi ama gli investimenti, ma non ha un grande capitale a disposizione e nemmeno troppa voglia di rischiare, la risposta si chiama Fondo comune di investimento. Intendiamoci, nel mondo del mercato finanziario la certezza assoluta non esiste, stante la volatilità dei titoli; tuttavia, con il Fondo comune di investimento, anche i meno esperti possono ottenere dei discreti guadagni senza incappare in spiacevoli sorprese.

Uno degli aspetti che rende particolarmente attrattivi i Fondi è rappresentato dal loro eclettismo, come illustra una guida pubblicata dalla società di consulenza finanziaria Moneyfarm. Esistono diverse tipologie di Fondi di Investimento, che consentono all’investitore di potersi muovere con una certa versatilità. Una distinzione classica, ad esempio, guarda all’oggetto dell’investimento. I fondi possono essere infatti mobiliari, se tendenti agli strumenti finanziari, o immobiliari, quando si sostanziano nell’investimento in diritti reali immobili. Molto interessanti anche gli Hedge Fund, che in italiano potremmo tradurre come “fondi speculativi” (benché letteralmente “hedge” significhi “siepe”, e serve ad identificare la natura di questi istituti come fondi che includono altri fondi). Dotati di notevole libertà e slegati da parecchi vincoli, gli Hedge Fund sono adatti per gli investitori più aggressivi.

ETF – Hanno conosciuto una discreta diffusione ed oggi si pongono come buonissima alternativa ai fondi tradizionali. Gli ETF, acronimo di Exchange Trade Fund, si caratterizzano per la loro duttilità che li rende appetibili per tutti gli investitori. Pensati per la Borsa, gli ETF prevedono un significativo abbattimento di costi, poiché non necessitano della figura dell’allocatore come i fondi classici, ed una gestione passiva che, replicando l’andamento di un indice di riferimento (es. il valore dell’oro), ne conferisce stabilità e un rendimento quasi certo. Chiaramente, se l’obiettivo è conseguire un guadagno faraonico, cosa possibile investendo in Fondi, è necessario rivolgersi altrove. Molto dipende dalle tasche del compratore e dal tasso di rischio che si è disposti ad accettare. È comunque sempre una buona idea rivolgersi ad un consulente, facendo attenzione al conflitto di interessi, che in questo mondo è un elemento da tenere in grande considerazione.

Un’altra caratteristica molto interessante dei Fondi sta nella loro capacità di agganciarsi alle novità del momento. Per questa ragione, non ci sorprenderà sapere che i più grossi Fondi internazionali sono tra i finanziatori delle principali start-up che operano nel mondo Fintech. Ribbit Capital, la compagnia con sede a Palo Alto in California, ha le mani in pasta in circa 40 nuove imprese. Californiane (di San Francisco) sono anche Index Ventures e SV Angel, con una decina di investimenti in start-up divenute tra le più importanti, quali ad esempio Funding Circle, specializzata nei prestiti alle PMI. Arranca un pochino l’Europa, che però è cresciuta molto nel settore dell’Insurtech (assicurazioni). Anche qui, il sostegno dei Fondi è una realtà consolidata.