A scuola da soli, in Italia il 7%…in Finlandia il 90%

uscita scuola

In questi giorni in cui impazzano le polemiche relative alla sentenza della Corte di Cassazione che impone il divieto ai ragazzini fino a quattordici anni di tornare a casa da soli dopo il suono della campanella, obbligando il personale scolastico ad attendere l’arrivo dei genitori o dei loro delegati riprendiamo da un articolo del Redattore Sociale di oggi i dati del progetto “A scuola ci andiamo da soli” condotto dal pedagogista Francesco Tonucci. Ciò che emerge con maggiore evidenza è un dato: l’abisso tra la percentuale dei bambini che tornano a casa da soli in Italia e in Finlandia e che corrisponde, rispettivamente, al 7 e al 90%.

In realtà, al di là delle percentuali, ciò che si sottolinea in questo progetto, che ha preso il via nel 1994, è che per i bambini compiere azioni quotidiane, come andare e venire a casa da scuola, da soli, quindi senza essere accompagnati da un adulto, rientra tra quelle esperienze di vita che contribuiscono a formare il bambino e a renderlo una persona autonoma e responsabile.

Sono dunque molteplici i risvolti che tale questione pone all’attenzione della collettività e della politiche. Questioni che vanno oltre il semplice tema della sicurezza ma che investono anche le dinamiche della crescita e dello sviluppo della personalità.