“Core de mamma”, un docufilm per non dimenticare il terremoto di San Giuliano

20 minuti raccontano i momenti drammatici del sisma che colpì il Molise il 31 ottobre 2002

Si è tenuta ieri pomeriggio, all’Auditorium del Palazzo Gil, la presentazione del docufilm Core de mamma realizzato dalla Rai Molise in collaborazione con Rai Teche in occasione del ventennale del terremoto di San Giuliano di Puglia.

L’evento, dal titolo San Giuliano di Puglia 2002 – 2022. Visioni, memoria, identità di ieri e di oggi, è nato dal desiderio di rievocare una tragedia, attraverso il materiale d’archivio conservato negli anni, per mantenere alta l’attenzione della collettività.

Un grande ringraziamento va alle persone che con umanità, coraggio e resilienza hanno permesso che la macchina dei soccorsi non conoscesse sosta, ha sottolineato Mauro Trapani, direttore della sede Rai per il Molise.

Al centro del documentario il senso del dovere, la corsa contro il tempo per salvare quante più volte possibili, il ricordo di uno degli eventi più tristi che hanno segnato il Molise e i suoi abitanti, la commozione di chi quel giorno c’era.

Nel docufilm è stato inserito anche il commento dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi all’indomani della visita ai superstiti della tragedia: Quello che abbiamo provato tutti quanti noi durante i funerali di questi bambini è un sentimento che noi adulti, noi genitori, sentiamo, la responsabilità di non essere stati capaci di proteggere i nostri figli.

Tante le testimonianze di ieri e di oggi: quelle del capo squadra esperto Giovanni Lanese e del comandante dei Vigili del Fuoco Luigi Fratangelo; un’intervista fatta qualche giorno fa a Guido Bertolaso che dopo vent’anni continua ancora a portare i fiori alle tombe dei “suoi” bambini.

Difficile trovare le parole dopo queste immagini, ha detto l’attuale sindaco di San Giuliano di Puglia Giuseppe Ferrante. All’iniziativa hanno partecipato anche Carlo Callari, docente di scienze delle costruzioni dell’Unimol ed esperto in materia di sicurezza edilizia che ha sottolineato la vulnerabilità del nostro territorio.

Presente in sala una delle bambine sopravvissute, Veronica d’Ascenzo, tra le prime ad essere estratte vive dalle macerie che ancora oggi continua a farsi portavoce della cultura della prevenzione.

Avevo 7 anni, frequentavo la seconda elementare ma quel giorno un’insegnante mancava così ci smistarono nelle altre classi e insieme ad una mia compagna ci portarono nella classe della maestra Carmela. >Ricordo che era molto spaventata e viste le scosse della notte precedente ci fece vedere dov’era la porta di evacuazione. Poco dopo sentii un forte boato, accadde tutto talmente velocemente che feci appena in tempo a vedere la parete dietro di me crollare e le finestre andare in frantumi prima di trovarmi non so come sotto il tavolo dove ero seduta. Poi il buio – racconta Veronica al caporedattore della Tgr Rai del Molise, Antonio Lupo – Rimasi immobile sotto le macerie per otto ore potendo muovere solo la mano sinistra con cui stringevo quella di una mia amica. Trovai la forza di pregare con il poco ossigeno che avevo e quando vidi la luce pensai al dono incredibile che avevo ricevuto: una seconda vita. I medici infatti dissero ai miei genitori che mi restavano solo 15 minuti di vita. Negli anni successivi – continua – imparai a fare i conti con il senso di colpa, con il peso dell’essere sopravvissuta. Non mi capacitavo che la scuola, il mio posto sicuro, potesse essere crollata. Decisi di trasferirmi a Roma dove mi sono specializzata in traumi da stress post traumatico. Ho fatto pace con il mio passato e ho trovato il coraggio di rientrare in una scuola dove oggi siedo dall’altro lato della cattedra. Ringrazio i soccorritori, i civili, che con le loro mani, senza alcuna precauzione, ci hanno portati in salvo.

A concludere l’evento la proiezione di un video che mostra la San Giuliano di oggi: una comunità forte e unita che porta con sé quella tragedia che non si può cancellare ma che ha saputo ricostruire se stessa e il proprio futuro.