Ripabottoni (CB), nella Casa dei Nonni d’Italia cure a base di buonumore

Lettera del personale alle famiglie: oltre al rigore condividiamo la speranza e la tranquillità

ANZIANI AIUTO

Il pensiero era rivolto alle famiglie dei suoi anziani. Ma infondo andava a tutte le famiglie del nostro Paese dilaniato dall’epidemia Covid-19. E mai come in questo caso il nome della struttura di Ripabottoni (Campobasso) è stato perfetto come ultimo destinatario di un’accorata lettera aperta rivolta a figli e nipoti. La Casa dei Nonni d’Italia.

Patrizia Pano
Patrizia Pano, coordinatrice

Patrizia Pano coordina questa struttura che si trova alle porte del paese e ospita 35 persone. Pochissime autosufficienti, molte completamente prive di autonomia. Nella RSA gestita dalla cooperativa Sirio la vita continua come prima, con una particolare attenzione al tono dell’umore da parte degli operatori.

“Tutti comprendono il malessere del momento– spiega la Pano – anche chi ha patologie in stadio avanzato. I ritmi di vita sono variati e loro ne hanno risentito. Ma dopo un piccolo disorientamento si sono abituati”.

L’affettività è medicina per i nonni, ma ora è bandito ogni contatto fisico. “Non è stato facile privarli di abbracci e carezze, ma non possiamo fare altrimenti perché gli anziani in questi giorni sono l’anello più debole della nostra comunità – spiega la responsabile – Così le rassicurazioni da parte nostra durante la giornata si moltiplicano all’infinito, insieme ai baci affidati al vento”.

Soprattutto non hanno più ricevuto le visite dei loro cari, che però salutano regolarmente in videochat. Ma non è la stessa cosa. Ecco perché il personale ha pensato di scrivere una lettera aperta alle famiglie dei Nonni d’Italia. Per accorciare le distanze e rassicurarli con il giusto calore. Lo stesso che in tanti, ricevuta la missiva, hanno ricambiato affettuosamente.

“In questo momento in cui la parola chiuso è l’unica risposta – si legge – il mio desiderio, come quello di tutti coloro che con massima abnegazione lavorano con me, è inviarvi questa lettera aperta. Aperta com’è sempre stata per voi la nostra porta, come ogni iniziativa che abbiamo messo in campo, com’è oggi il nostro cuore nel capirvi”.

Perché la paura appartiene a tutti, ci spiega la responsabile. E il solo obiettivo è tenerla lontana insieme al contagio. “La tranquillità che vorremmo trasmettervi – si legge infine – è quella che all’interno della Casa stiamo sì utilizzando presidi adeguati, stiamo sì adottando protocolli rispettosi delle distanze, ma stiamo soprattutto cercando di tenere alto il morale degli ospiti, senza mai trascurare la cura e l’affetto che i vostri cari necessitano oggi, ancor più di ieri”.