Diagnosi di DSA, come procedere per fare il test

Dsa, la storia di Giulia

I dati più recenti sugli studenti affetti da DSA, disturbo specifico di apprendimento, dicono che nell’anno scolastico 2018/19 la percentuale dei soggetti con questa diagnosi si sia attestata al 4,9% (fonte: Ministero dell’Istruzione). Rispetto alla rilevazione dell’anno precedente c’è stato un aumento di quasi 2 punti percentuali. Un buon segno che rileva la crescente capacità del mondo della scuola di rilevare queste casistiche.

Gli studenti affetti da DSA, infatti, possono avere le stesse possibilità degli altri, sia in termini didattici che di possibilità lavorative in prospettiva futura. Le aziende infatti apprezzano alcune skills che in questi soggetti sono particolarmente sviluppate. Il compito della scuola e delle famiglie è quello di nutrire queste capacità fin dal principio. Tutto comincia dall’individuazione della problematica, fase in cui il ruolo della scuola è determinante.

La diagnosi DSA può essere effettuata solo al termine del secondo anno della scuola primaria. Per la precisione:

  • Al termine della seconda primaria può essere diagnosticata: disgrafia, dislessia, disortografia.
  • Al termine della terza primaria può essere diagnosticata: discalculia.

Ciò non vuol dire che un soggetto con difficoltà nell’apprendimento viene considerato solo verso l’età dei 6-7 anni. Le prime lacune rispetto a logopedia e psicomotricità possono essere riscontrate già durante gli anni della scuola dell’infanzia, rilevate sia da insegnanti che famiglie. Queste criticità vengono condivise con gli insegnanti della primaria che hanno il dovere di offrire un primo percorso differenziato: generalmente si tratta di programmi di rinforzo che possono già bastare al bambino per tornare in pari con la classe.

Ma come ottenere la diagnosi? Fino ai 6 anni siamo nell’ambito delle impressioni, più o meno manifeste, sulle difficoltà di apprendimento del soggetto. Passata questa soglia di età si può procedere a richiedere un vero e proprio test che può portare o meno a una certificazione di DSA. Questa certificazione va poi consegnata alla scuola che a quel punto deve procedere ad attivare un percorso differenziato per il bambino, e quindi all’affidamento di un insegnante di sostegno.

Va sempre tenuto a mente che questi provvedimenti non vengono presi come forma di discriminazione, bensì di aiuto. È solo attraverso l’accettazione del problema che le famiglie possono attivarsi correttamente, fornire aiuto e stimolo ai ragazzi ed evitare che in essi si sedimenti un sentimento di rifiuto della didattica.

A chi ci si può rivolgere per il test che certifica la DSA? La legge nazionale n°170 del 2010 stabilisce che le regioni possono avvalersi dell’aiuto di enti accreditati, oltre a quello del Servizio sanitario nazionale. Ciò vuol dire che ogni regione ha dovuto recepire la legge con un proprio regolamento. Nel Lazio, ad esempio, la delibera n°32 del 2020 stabilisce che la certificazione possono rilasciarla le Asl, le strutture private accreditate e i liberi professionisti accreditati.

Il test di DSA è molto semplice che ha come condizione principale quella di non mettere sotto stress il minore. La dimensione di non-giudizio infatti è fondamentale sia per il benessere del soggetto sia per la buona riuscita del testo. Questo, come specificato ottimamente nella pagina informativa realizzata da un ente privato operante sul territorio romano, consiste nella valutazione di quattro aspetti:

  • le capacità di lettura, scrittura, calcolo e comprensione del testo scritto;
  • le capacità visuo-spaziali (es. l’orientamento e la gestione dello spazio del foglio, il riconoscimento, tra tanti stimoli, di stimoli bersaglio ecc..)
  • le competenze meta-fonologiche (cioè la capacità di distinguere e manipolare i suoni che compongono le parole)
  • la sfera cognitiva, della Memoria, del Linguaggio e dell’Attenzione.

Il test sarà effettuato in presenza di tre professionisti:

  • un neuropsichiatra infantile che sarà il responsabile ultimo del test e si occuperà della prima intervista (anamnesi);
  • uno psicologo che effettuerà un test WIS-IV;
  • un logopedista che effettuerà altre prove riguardanti capacità di lettura, scrittura, calcolo e comprensione.

Dalla sintesi dei tre esperti sarà redatta la certificazione che chiarirà innanzitutto la familiarità (eventuale) del soggetto con forme di DSA. Ci sarà una sintesi dei test effettuati e di come sono stati affrontati, e infine l’indicazione sul percorso da affrontare perla riabilitazione, oltre alla possibilità di ulteriori osservazioni in futuro.