La transumanza dei pastori e degli animali e la migrazione di persone da una terra all’altra. Due fenomeni paralleli. La prima riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità; la seconda, invece, al centro di annose discussioni, perché c’è ancora chi la ritiene un problema. Eppure entrambe sono nate da una necessità: sopravvivere, o almeno vivere meglio. Ed entrambe rappresentano vite in movimento.
Unire questi due concetti in un laboratorio educativo è stata un’idea unica e sicuramente efficace per il percorso umano e culturale delle nuove generazioni. Lo ha fatto il progetto MOVIT– Molise Verso l’integrazione del fondo FAMI, che il Comune di Isernia (capofila) sta portando avanti insieme ad un gruppo pubblico-privato di partner un’azione forte di accoglienza ed integrazione.
L’esperienza è quella presso l’azienda agricola La pecorella nera che si trova nei boschi tra Roccamandolfi e Macchiagodena, un laboratorio caseario che ha coivolto 10 bambini, stranieri e italiani tra i 3 e gli 11 anni, con un familiare, la nonna del bimbo più piccolo.
L’azienda alleva pecore comisane, siciliane e sarde, vende formaggi e pratica la transumanza. I titolari, una coppia di pastori, si dedicano totalmente alla vita campestre, si spostano con il bestiame in inverno ed in estate da valle a monte. Insieme agli operatori della cooperativa partner NuovAssistenza Onlus (l’educatore, la mediatrice culturale e l’operatore sociale) hanno innanzitutto avvicinato i piccoli alla gioia dell’osservazione del paesaggio: faggi, abeti, betulle, ginepri, querce e castagni, strade sterrate, ruderi abbandonati. E poi li hanno introdotti nella quotidianità di una vita semplice e genuina: gli animali dell’ovile, le tecniche, le procedure di pulizia e anche la mungitura, alla quale i bambini si sono accostati con curiosità ed entusiasmo superando ogni timore. E poi tre asinelli ed un cavallo, su cui qualche ragazzino è salito anche in groppa.
Oltre agli animali il lavoro vero e proprio: la lavorazione del latte, seguita dal gruppo posto in cerchio con distanza di sicurezza. Dal latte alla ricotta fino alle formine di formaggio, assaggiato poi tutti insieme. Tutti stimoli ed emozioni che hanno colpito nel segno. Entusiasmo, curiosità, sensazioni positive hanno fatto breccia nell’animo dei piccoli visitatori che hanno posto domande ed espresso opinioni divertendosi.
Utilizzando la tecnica educativa del learning by doing i bambini hanno avuto un riscontro di tipo pratico ed immersivo, che hanno riportato, insieme al succulento prodotto, alle loro famiglie. La condivisione del viaggio, la socializzazione e l’incontro tra età diverse hanno reso il gruppo più coeso. Qualche minore, sentendosi più al sicuro, si è lasciato andare a piccole e grandi confidenze con un operatore. E questo non è poco per un progetto che l’apertura all’altro la pone al centro di ogni sforzo, in un cammino delicato ma grande. Perché infondo tutti gli esseri umani, non solo quelli che spostano le greggi, sono transumanti.